Mille in marcia da Bagheria a Casteldaccia contro la mafia. Dopo quarant'anni la società civile torna in strada per testimoniare che la lotta a Cosa nostra non si combatte solo dal punto di vista militare ma anche da quello sociale. Oltre novanta tra scuole, associazioni, sindacati, amministrazioni comunali hanno aderito alla manifestazione. Presente anche il presidente della commissione regionale antimafia Antonello Cracolici. "Siamo in marcia contro tutte le violenze, quella mafiosa come quella degli Stati. La violenza è sempre irrazionale. Noi crediamo alla irrazionalità della pace" . Con queste parole l'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice ha aperto il corteo che da Bagheria raggiungerà Casteldaccia.
L'iniziativa del centro Pio La Torre è stata organizzata a quaranta anni dalla marcia contro la mafia che rappresentò la prima forma di ribellione popolare allo strapotere di Cosa nostra nel comprensorio bagherese. A partire dalla scuola media Carducci di via D'Amico sono gli studenti di decine di scuole.
Con loro sindaci provenienti da tutta la Sicilia, esponenti politici, sindacati e numerosi cittadini.
La marcia ripercorre quella che era denominata la strada del Vallone dove trovano una via fuga i killer che avevano appena compiuto omicidi di mafia. Ad aprire il corteo, insieme a Lorefice, anche Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro Pio La Torre. Che dice: la reazione di allora fu provocata anche dall'omicidio di La Torre. E non possiamo sottolineare che oggi grazie alla legge che prende il suo nome i beni mafiosi vengono confiscati". Anche oggi, come nel 1983, presenti padre Cosimo Scordato e padre Michele Stabile (nell'83 vicario episcopale, quando alla guida della diocesi c'era il cardinale Salvatore Pappalardo".
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