(di Mimmo Trovato)
"Mi sono innervosito, quando le ho
visto andare via a piedi ho accelerato e le ho investite". Così
Piero Maurizio Nasca, 52enne, confessa il femminicidio commesso
poco prima nell'ottava strada della zona industriale di Catania.
Con la sua auto ha travolto la moglie, Anna Longo, di 56 anni,
rimasta ferita, e un'amica della donna, Cettina 'Cetty' de
Bormida, di 69 anni, originaria di Centuripe, nell'Ennese, morta
subito nell'impatto con l'auto. E continua così la striscia di
sangue dei femminicidi in Italia. Dal 27 maggio, giorno in cui è
stata ammazzata Giulia Tramontano, sono stati almeno cinque gli
episodi di violenza che hanno avuto come vittime delle donne.
L'ultimo in ordine di tempo quello avvenuto oggi a Catania: lui,
confessa prima al telefono, con l'operatore del 112 che chiama
mentre è ancora in auto, poi in un bar in cui si ferma per bere
qualcosa in attesa della polizia che lo porta negli uffici della
squadra mobile della Questura. L'obiettivo 'primario' era Cetty
de Bormida 'colpevole', a suo modo di vedere, di avere spinto
la moglie a lasciarlo e a essere d'ostacolo alla loro relazione.
Lo conferma anche durante l'interrogatorio reso alla
sostituta procuratrice Valentina Botta, una dei magistrati del
pool contro le violenze di genere coordinato dal procuratore
Carmelo Zuccaro e dall'aggiunto Marisa Scavo che hanno disposto
il fermo di Nasca per omicidio e tentato omicidio aggravati.
Quel pool che sta seguendo il processo in cui Nasca è imputato
per violenza e maltrattamenti alla moglie, iniziato dopo le
denunce del 2018 della donna, che avevano portato, nei suoi
confronti, all'emissione da parte del Questore di Catania del
provvedimento dell'ammonizione. Nonostante l'avvio del
procedimento la donna era rimasta a vivere con il marito, col
quale era sposata da 25 anni, e nei confronti del quale, forse,
aveva come un debito di riconoscenza per essersi preso cura
degli otto figli che lei aveva avuto prima che iniziasse la loro
relazione.
Ad accusare il marito del femminicidio era stata Anna Longo,
parlando con la polizia arrivata sul posto, prima di essere
portata da personale del 118 nell'ospedale San Marco per le
ferite riportate dopo essere stata travolta dall'auto. Non è
considerata in gravi condizioni. Non è sopravvissuta all'impatto
invece Cetty de Bormida. L'amica del cuore di Anna Longo. Era
stata lei a sollecitarla a lasciare il marito e a non
riallacciare la relazione. Decisione messa in atto ieri sera e
che l'uomo aveva sembrato accettare. Stamattina un incontro
davanti la sede di una clinica specializzata in riabilitazione
psichiatrica nella zona industriale di Catania. Lei non è
tornata indietro questa volta: Anna Longo si è rifiutata di
tornare a casa e, sostenuta dall'amica, è andata via con lei, a
piedi, una accanto all'altra. L'uomo si è "innervosito", dirà
poi, e le ha travolte: ferendo la prima e uccidendo la seconda.
Arrivano le prime chiamate al 112 che parlano di un incidente
stradale: di due pedoni travolti da un'auto. Sul posto arriva la
polizia municipale, poi la vicenda assume altri contorni e il
caso passa prima alle Volanti e poi alla squadra mobile.
Su Facebook un'amica della vittima la ricorda con dolore,
postando anche un video in cui erano assieme: "non riesco ancora
a crederci, Cettina Cetty De Bormida amica mia, non riesco ha
crederci che non ci sei più: per fare del bene ci hai rimesso la
tua vita. Ti voglio bene e te ne vorrò per sempre. Vola più in
alto le puoi amica mia, mi mancherai".
La presidente di Differenza Donna, Elisa Ercoli, ha lanciato
"ancora una volta un appello alle forze di Governo, di
opposizione e a tutta la società civile per una reazione
immediata che dia una svolta a questi continui femminicidi in
Italia.
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