Nell'inchiesta sul depistaggio per
la strage di via d'Amelio non c'è solo il mistero della
scomparsa della famosa agenda rossa nella quale Paolo Borsellino
annotava i suoi spunti di lavoro. Negli atti del procedimento,
concluso il 12 luglio 2022, non c'è traccia di un altro
importante elemento: il tabulato delle chiamate in entrata del
cellulare di Borsellino. Il caso è ricostruito, e ora ripreso
dal Sole 24 Ore, nella parte conclusiva delle motivazioni della
sentenza con la quale due poliziotti della squadra investigativa
"Falcone-Borsellino" sono stati prescritti per l'imputazione di
favoreggiamento e un terzo è stato assolto.
La scomparsa di quel tabulato, scrivono i giudici del
tribunale di Caltanissetta, "ha indubbiamente sottratto
importanti piste investigative". Il tribunale è venuto a
conoscenza della scomparsa del tabulato attraverso la
testimonianza di Gioacchino Genchi, che nella prima fase delle
indagini sulla strage faceva parte della squadra guidata da
Arnaldo La Barbera. Poi, lasciata la polizia, è diventato
consulente di varie procure. Il suo lavoro è stato al centro di
forti polemiche ma alla fine Genchi è stato scagionato.
Sentito come teste nell'udienza dell'11 gennaio 2019, Genchi
ha detto di avere segnalato l'anomalia e di avere chiesto i file
del tabulato allo Sco, il servizio centrale anticrimine della
polizia, che aveva acquisito i dati del traffico telefonico. Lo
stesso Genchi ha ricostruito il dialogo con i suoi ex colleghi:
"Voi l'avete acquisito con delega della procura di
Caltanissetta. La procura ha disposto che ce lo dovete mandare.
Signori miei, mi dite dove è questo traffico?". Aggiungeva
Genchi: "Il traffico telefonico in entrata del cellulare di
Borsellino è stato fatto scomparire".
Riferimenti a quel traffico si trovano, ha segnalato ancora
Genchi, in una informativa della squadra "Falcone-Borsellino"
dalla quale risultata un contatto il 19 aprile 1992 tra il
procuratore Giovanni Tinebra e Borsellino che stava recandosi
all'aeroporto Leonardo da Vinci dopo un colloquio a Roma con il
pentito Gaspare Mutolo. A un certo punto venne adombrata la
spiegazione che i file erano stati corrosi dall'umidità.
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