In un immobile confiscato alla
mafia, accanto al centro dedicato a padre Pino Puglisi, in via
San Ciro, nel quartiere popolare di Brancaccio, a Palermo,
sorgerà il poliambulatorio di prossimità dedicato al beato
ucciso dalla mafia il 15 settembre di 30 anni fa. Ieri, a Roma,
alla Camera dei deputati, la presentazione del progetto. Gli
ambulatori, ad accesso gratuito per gli abitanti di Brancaccio,
saranno dedicati alle patologie cardiovascolari, all'urologia,
alla ginecologia, alla medicina interna, all'ortopedia, alla
dermatologia, all'oculistica e alla chirurgia generale. Alla
presentazione sono intervenuti Paolo Trancassini, deputato
questore della Camera, Maurizio Artale, presidente del centro
Padre Nostro, Massimo Salardino, ad di Maria Eleonora Hospital
di Palermo che fa parte di "Gvm Care & Research", gruppo
ospedaliero italiano che sostiene la realizzazione dell'opera, e
Christian Rocchi, architetto e cofondatore dello studio Chvl,
che ha firmato il progetto.
"Il progetto vede i suoi albori dopo una visita del presidente
del gruppo Gvm Ettore Sansavini, che decise di affiancare il
nostro centro per implementare i servizi, anche in ambito
sanitario, a beneficio degli abitanti di Brancaccio - dice
Maurizio Artale - Poter contare sulla disponibilità di un gruppo
sanitario che intercetti i bisogni di tante famiglie in
difficoltà significa offrire l'opportunità non solo di uscire
dall'isolamento sociale e culturale, ma anche di imparare a
prendersi cura della propria salute". "Il poliambulatorio sarà
una sorta di avamposto sanitario nel quartiere - spiega
Salardino - Uno spazio preposto allo sviluppo e alla promozione
di percorsi formativi sull'igiene e la cura, un presidio
sanitario permanente. Vogliamo così contribuire in concreto a
realizzare uno dei sogni di padre Puglisi, portare la salute tra
la gente". "L'apertura di uno spazio gratuito, a servizio della
comunità di Brancaccio, è non solo un bellissimo esempio di
riqualificazione sociale attraverso la restituzione ai cittadini
di un immobile confiscato alla mafia, ma soprattutto segna una
prospettiva di rinascita e di speranza per tutto quel territorio
e per la sua comunità", sottolinea Trancassini.
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