MARINA CASTIGLIONE: COMU SI DICI? (EDIZIONI MUSEO PASQUALINO, 71 PAGINE, 12 EURO) Nell'uso quotidiano il siciliano si va perdendo sotto la pressione di una lingua omologata ma può essere recuperato come un gioco.
Così lo ripropone Marina Castiglione, ordinaria di
Linguistica italiana all'università di Palermo, nel suo libro
per ragazzi "Comu si dici?" (Come si dice?) pubblicato dalle
edizioni Museo Pasqualino di Palermo con le illustrazioni di
Roberta Ferruggia.
Marina Castiglione si occupa di dialettologia siciliana e di
progetti per la salvaguardia del patrimonio linguistico
regionale.
Il suo abecedario destinato a bambini del terzo
millennio ha come protagonista Rosinella, una ragazzina che
cerca tra le lettere dell'alfabeto le parole più evocative del
siciliano. E ogni parola si porta dietro una lunga storia
culturale da cui le famiglie, dice Castiglione, hanno cominciato
ad allontanarsi quando si sono convinte che l'uso del dialetto
fosse segno di ignoranza, rozzezza, volgarità. È passata così in
secondo piano la sua storia antica arricchita dalle mescolanze
con il greco, l'arabo, il
normanno, il castigliano, il catalano.
Nonostante ciò, il siciliano si può ritrovare in alcuni
ambiti comunicativi, e da qui Castiglione lo riprende e lo
contestualizza in una canzone popolare, in una filastrocca o in
un testo letterario. L'esercizio quotidiano della pronuncia
delle parole serve, secondo Castiglione, a recuperare anche un
ricco patrimonio fonetico.
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