Un momento di riflessione per fare
il punto sulla libertà d'informazione in Italia e sul ruolo del
giornalista dal titolo "Libertà di informazione, cardine della
democrazia, il giornalismo di inchiesta nelle terre di mafia", è
stato organizzato dall'Assostampa Sicilia presso la casa del
goliardo dell'Ersu a Palermo, alla presenza di Alessandra
Costante segreteria generale la Federazione nazionale della
stampa italiana. Alla manifestazione hanno preso parte alcuni
giornalisti che vivono sotto scorta come Salvo Palazzolo, Lirio
Abbate e Domenico Rubio.
"I giornalisti minacciati e sotto scorta, secondo dati
dell'osservatorio del ministero dell'interno, sono 114 in Italia
- ha sottolineato Alessandra Costante, segretaria generale della
Fnsi - questo avviene in Lombardia, Lazio, Sicilia, Toscana e
Calabria. Spesso le minacce avvengono sul web e non tutti hanno
scritto di mafia e di camorra, si sono occupati anche di altri
temi. Di questi 114 ve ne solo 25 sotto scorta. Sono un numero
elevato per una nazione che si dice civile. Un giornalista
minacciato e sotto scorta è la sconfitta di tutti noi, una
sconfitta della democrazia".
"Matteo Messina Denaro ha detto che non è colpa dei
magistrati se lui è stato condannato - ha ricordato Lirio Abbate
- ma è colpa della campagne giornalistiche che ha subito". Per
Salvo Palazzolo oggi "i giornalisti hanno le armi spuntate, ci
sono delle norme bavaglio che ci impediscono di raccontare
quello che sta accadendo". Un tema, questo, rimarcato anche
dalla segretaria della Fnsi: "Oggi con con la modifica
dell'articolo 114 del codice di procedura penale, vi è un
attacco simultaneo sia all'autonomia dei giudici che alla
libertà d'informazione. Con una norma hanno bloccato la libertà
alla democrazia del nostro paese".
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