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Studenti di Palermo puliscono lapide per La Torre e Di Salvo

Studenti di Palermo puliscono lapide per La Torre e Di Salvo

Iniziativa promossa dal Centro studi Pio La Torre

PALERMO, 16 aprile 2025, 17:58

Redazione ANSA

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Sono cominciate con la pulitura della lapide di Via Li Muli, di fronte al punto in cui Pio La Torre e Rosario di Salvo vennero uccisi dalla mafia il 30 aprile di 43 anni fa, le celebrazioni organizzate come ogni anno dal Centro Studi Pio la Torre, presenti le scuole.
    "Il segnale forte che vogliamo trasmettere ai giovani è di cultura antimafiosa - ha detto il presidente emerito del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco - cercando di coinvolgere naturalmente gli adulti con i loro genitori. Ricordo quando, 43 anni fa, lì davanti, ho visto Pio La Torre ucciso insieme a Rosario Di Salvo. Venne a prendermi un poliziotto della Digos nella sede del partito dove li aspettavo. Mi disse solo che era successo un incidente perchè non aveva il coraggio di comunicarmi quanto era accaduto. Tornai in sede immaginate con che animo, ma fu la prima volta che, nel comunicato della federazione regionale, nel comunicato nazionale, venne introdotto il termine politico mafioso ribadendo che, senza protezione politica, non esisterebbe la mafia".
    "Intanto devo dire grazie, per essere qui oggi, soprattutto ai più giovani - ha aggiunto il presidente del Centro Pio La Torre, Emilio Miceli - perchè partecipano anche loro alla memoria, alla storia di eventi che hanno insanguinato la nostra città. Tanti morti, troppi morti, una situazione da noi tutti in maniera assolutamente eccezionale".
    Per Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale antimafia, "questa cerimonia è importante perché rinnova la memoria, ma dobbiamo prendere atto che, nel frattempo, una nuova generazione di mafiosi è cresciuta: la mafia non è finita, la mafia si rigenera". Presente anche l'assessore comunale alle Emergenze abitative, Innovazione e Politiche sociali, Fabrizio Ferrandelli: "La mia presenza in via Li Muli - ha detto - è un atto dovuto perché, ricordare il valore delle battaglie di Pio La Torre ela figura di Rosario Di Salvo, è un segno di continuità della cultura antimafia. Sono proprio loro due le prime persone a cui penso quando viene assegnato un bene confiscato alla mafia".
   

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