Sono cominciate con la pulitura
della lapide di Via Li Muli, di fronte al punto in cui Pio La
Torre e Rosario di Salvo vennero uccisi dalla mafia il 30 aprile
di 43 anni fa, le celebrazioni organizzate come ogni anno dal
Centro Studi Pio la Torre, presenti le scuole.
"Il segnale forte che vogliamo trasmettere ai giovani è di
cultura antimafiosa - ha detto il presidente emerito del Centro
Pio La Torre, Vito Lo Monaco - cercando di coinvolgere
naturalmente gli adulti con i loro genitori. Ricordo quando, 43
anni fa, lì davanti, ho visto Pio La Torre ucciso insieme a
Rosario Di Salvo. Venne a prendermi un poliziotto della Digos
nella sede del partito dove li aspettavo. Mi disse solo che era
successo un incidente perchè non aveva il coraggio di
comunicarmi quanto era accaduto. Tornai in sede immaginate con
che animo, ma fu la prima volta che, nel comunicato della
federazione regionale, nel comunicato nazionale, venne
introdotto il termine politico mafioso ribadendo che, senza
protezione politica, non esisterebbe la mafia".
"Intanto devo dire grazie, per essere qui oggi, soprattutto
ai più giovani - ha aggiunto il presidente del Centro Pio La
Torre, Emilio Miceli - perchè partecipano anche loro alla
memoria, alla storia di eventi che hanno insanguinato la nostra
città. Tanti morti, troppi morti, una situazione da noi tutti in
maniera assolutamente eccezionale".
Per Antonello Cracolici, presidente della Commissione
regionale antimafia, "questa cerimonia è importante perché
rinnova la memoria, ma dobbiamo prendere atto che, nel
frattempo, una nuova generazione di mafiosi è cresciuta: la
mafia non è finita, la mafia si rigenera". Presente anche
l'assessore comunale alle Emergenze abitative, Innovazione e
Politiche sociali, Fabrizio Ferrandelli: "La mia presenza in via
Li Muli - ha detto - è un atto dovuto perché, ricordare il
valore delle battaglie di Pio La Torre ela figura di Rosario Di
Salvo, è un segno di continuità della cultura antimafia. Sono
proprio loro due le prime persone a cui penso quando viene
assegnato un bene confiscato alla mafia".
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