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Salute: fegato grasso, finanziato progetto policlinico Messina

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Salute: fegato grasso, finanziato progetto policlinico Messina

Fondi per 243mila euro dal ministero della salute in ambito Pnrr

PALERMO, 22 novembre 2022, 16:59

Redazione ANSA

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Definire la prognosi dei pazienti che presentano accumulo di grasso nel fegato per riconoscere in tempo quale possa essere il rischio di sviluppare una malattia epatica. È l'obiettivo del progetto, presentato dall'unità gestione centralizzata dei laboratori dell'azienda policlinico "G. Martino" di Messina, diretta dalla professoressa Teresa Pollicino, che ha ottenuto un finanziamento di 243mila euro dal ministero della salute nell'ambito del Pnrr. L'accumulo di grasso nel fegato è progressivamente e rapidamente divenuto la causa più frequente di malattia epatica cronica, di cirrosi ed epatocarcinoma. Nonostante i numerosi studi condotti, molti aspetti restano poco chiari. "In particolare - spiega Pollicino - non è noto perché in una parte dei soggetti il 'semplice' accumulo epatico di grasso (steatosi) progredisca nel tempo verso la cirrosi e lo sviluppo di carcinoma epatocellulare, mentre in altri soggetti questa negativa evoluzione non si verifichi. Scopo principale di questo studio clinico e di ricerca traslazionale è quello di identificare nuovi biomarcatori che possano consentire di definire il rischio di sviluppare malattia epatica severa e nel contempo di elaborare e validare nuovi algoritmi per la stratificazione dei pazienti in base all'entità della malattia". Il progetto fa parte dello studio multicentrico "Rationa: Risk strAtificaTIon Of Nonalcoholic fAtty Liver", che ha ottenuto un finanziamento totale dal ministero della salute di 757mila euro a cui partecipano, oltre al policlinico di Messina, quello di Palermo (centro coordinatore), la Fondazione Irccs Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano e dell'Ircss Istituto clinico Humanitas Rozzano (Milano). Nello svolgimento del progetto sono convolti il professore Carlo Saitta, i medici Cristina Musolino, Daniele Lombardo, Giuseppina Raffa, Valeria Chines e la dottoranda di ricerca Claudia Palermo.
   

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