Con il Pnrr in Sicilia si stanno
finanziando opere infrastrutturali sulla rete ferroviaria che
già erano programmate o in fase di realizzazione con fonti di
finanziamento nazionali. È quanto emerso questa mattina in
commissione IV Ambiente e Territorio del'Ars nella quale si è
tornato a parlare di Pnrr e investimenti sulla rete ferroviaria
nel corso di un'audizione con il dirigente regionale Fulvio
Bellomo e i vertici di RFI e Trenitalia.
Dopo mesi di richieste per conoscere quali progetti fossero
stati inseriti nel Pnrr, oggi è stato confermato quello che già
le deputate regionali Giusi Savarino di Diventerà Bellissima e
Angela Foti di Attiva Sicilia denunciavano da tempo, "cioè il
finanziamento a valere sul Pnrr di opere già programmate". Ma
non è un semplice cambio della fonte di finanziamento, "perché
non è possibile più parlare di investimenti di natura statale,
ma piuttosto sono diventate somme 'in prestito' che andranno
restituite: i fondi del Pnrr, infatti, in parte dovranno essere
restituiti dall'Italia".
"Abbiamo ritenuto doveroso fare una ricognizione e compiere
ulteriori approfondimenti - commenta il presidente della
Commissione Mobilità, Giusi Savarino - allarmati da alcuni studi
accademici sul divario territoriale dedicati proprio
all'attuazione del Pnrr nel Meridione d'Italia. Che fine fanno i
fondi Cipe già assegnati alla Sicilia e oggi liberati?
Nonostante i ripetuti solleciti del governo Musumeci, a Roma
tutto tace. Pare proprio che il governo Draghi con la Sicilia
abbia fatto il gioco delle tre carte".
"Sul Pnrr - afferma la vicepresidente dell'Ars, Angela Foti -
non avevamo notizie di interventi infrastrutturali che non
fossero già stati programmati e finanziati dai fondi Cipe.
L'impressione diventata poi certezza è che sia cambiata la fonte
di finanziamento, ma gli investimenti siano rimasti gli stessi,
con l'aggravante che le somme del Pnrr dovranno essere
restituite. Stiamo parlando di 1 miliardo e 439 milioni di euro
di risorse che spettano alla Sicilia e che potrebbero essere
riallocate per implementare i collegamenti tra gli aeroporti e
le Province o per collegare le città metropolitane siciliane con
l'alta velocità e per l'acquisto di navi ro-ro per rendere più
celere l'attraversamento dello Stretto".
"È ora che Roma dia risposte. Sarebbe il caso che anche i
deputati nazionali siciliani che sostengono il governo Draghi
vigilino affinché queste importanti risorse finanziarie non
siano sottratte alla Sicilia", concludono le due parlamentari
regionali.
Nel corso della riunione di Commissione c'è stata anche
l'audizione in merito alle problematiche legate alla
localizzazione della nuova stazione ferroviaria ad Enna, tema
sul quale è intervenuta la deputata regionale di Attiva Sicilia,
Elena Pagana: "Il collegamento tra la nuova stazione ferroviaria
di Enna e la città è indispensabile per un territorio interno
che necessita di infrastrutture a garanzia della mobilità. Per
questo, la Commissione presenterà su mia proposta, una mozione o
un ordine del giorno all'Ars con la quale impegnare il Governo
regionale a richiedere a quello nazionale la realizzazione di
un'arteria di collegamento moderna e veloce. Ringrazio la
presidente Savarino per la disponibilità".
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