"Il Pnrr è forse l'ultima chiamata
e la decisione e l'apertura dell'Europa di consentire l'utilizzo
di parte delle risorse è già una buona notizia perché ci
permette di affrontare questa crisi. Però il Pnrr non è fatto
solo di investimenti pubblici difficili da realizzare e da
mettere a terra ma è fatto di riforme. È il momento del
riformismo competitivo che auspicavamo per il governo Draghi, ma
che vediamo molto rallentato se non arenato. Sono molto contento
del monito forte lanciato dal premier ai partiti sulla riforma
della concorrenza che è una cosa che chiedevamo da un anno, è
arrivato un forte richiamo alla responsabilità e speriamo che
non sia troppo tardi". Così il leader dei Giovani imprenditori
di Confindustria, Riccardo Di Stefano, all'evento "Med in
Italy", in corso a Palermo.
"Non possiamo permetterci di addormentare l'azione di governo
in una fase così delicata fino alle prossime elezioni, la
politica non dimentichi di centrare quegli obiettivi essenziali
per non arenarci che è un rischio che non possiamo permetterci -
ha detto Di Stefano - Sentiamo forte la preoccupazione e la
necessità di ridare potere d'acquisto alle famiglie fortemente
eroso dai rincari e dall'inflazione. Però la soluzione non sono
le una tantum, la soluzione forte è il taglio al cuneo fiscale e
contributivo strutturale per i reddito più bassi fino a 35.000
euro. Si tratterebbe di una mensilità in più all'anno che oggi
servirà a pagare l'aumento delle bollette ma che domani servirà
a dare stabilità e progettare qualche investimento in più e
rilanciare i consumi".
"Il bonus da 200 euro è esattamente ciò che non dobbiamo più
fare, abituare a delle piccole elemosine di Stato - ha aggiunto
- Così come sull'energia lo shock energetico va affrontato nel
breve con un cap anche a livello italiano e stimolando una
riforma del mercato europeo dell'energia per diventare una vera
centrale unica di acquisti. Il tema delle rinnovabili è caro ai
nostri imprenditori che purtroppo vedono restare al palo i
progetti di investimento. È sbagliato dire che servano
investimenti pubblici per le rinnovabili, serve invece una
grande capacità di progettazione e snellimento delle
autorizzazioni".
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