I punti nascita nelle isole di
Sicilia sono ancora chiusi e la problematica, soprattutto in
seguito alle continue proteste degli abitanti delle isole Eolie
e di Pantelleria, approda all'Assemblea Regionale Siciliana. Un
ordine del giorno è stato presentato dai deputati Bernadette
Grasso e Margherita La Rocca Ruvolo di Forza Italia, Eleonora Lo
Curto e Giovanni Bulla, dell'Udc, per impegnare la giunta
Musumeci "a richiedere al Ministero della Salute apposita deroga
per la sussistenza dei punti nascita nelle Isole minori
siciliane come condizione essenziale per garantire il diritto
alla salute alle donne in gravidanza che vi risiedono e che non
possono subire discriminazioni e al contempo disagi non
indifferenti al momento del parto".
"Riteniamo - puntualizzano i parlamentari - che questo tema
sia di fondamentale importanza e meriti un confronto tra governo
regionale e governo Draghi per giungere alla soluzione
auspicata. La rete ospedaliera siciliana - evidenziano i
firnatari - va potenziata avendo attenzione particolare anche
ai punti nascita nelle Isole minori ed ai reparti di
ginecologia, ostetricia e neonatologia nelle stesse. Già con la
legge di stabilità regionale, in corso di approvazione è stato
previsto l'aumento del contributo economico da 3 mila e 5 mila
euro per le spese che le donne isolane in gravidanza sono
obbligate ad affrontare per visite specialistiche in altri
ospedali siciliani e che comportano spostamenti e anche
pernottamenti fuori sede, con conseguente stress psicologico per
i nuclei familiari in attesa della nascita del figlio".
Alle Eolie le partorienti ormai da anni sono costrette ad
"emigrare" negli ospedali di Patti, Milazzo, Messina e Catania.
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