Dal Palazzo Reale di Palermo alla
sede storica del Dipartimento di Giurisprudenza. Il luogo
simbolo della cultura del diritto ospita la prosecuzione del
viaggio urbano del "Branco" di Velasco Vitali, che ha fatto già
tappa in Aula Bunker, alla Questura di Palermo e a Palazzo
Reale. L'opera monumentale - 54 sculture in ferro, corten,
resine e bitume, acciaio e oro - rappresentano cani a grandezza
naturale, riferimento e metafora poetica dello scontro tra il
bene e il male per rendere evidente la speciale condizione
storica di riferimento del conflitto tra Stato, comunità e
criminalità organizzata.
Il progetto di animazione culturale e sociale, promosso dalla
Fondazione Falcone e dalla Fondazione Federico II in
collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza, segna il
secondo evento culturale del XXX anniversario delle stragi
mafiose di Palermo. Il Branco di Velasco Vitali sarà visitabile
gratuitamente dal 25 marzo al 22 maggio 2022 dal lunedì al
venerdì dalle 8 alle 18.30 (esibendo super green pass) presso
l'Atrio "Falcone Borsellino" del Dipartimento di Giurisprudenza
(Via Maqueda 172).
"E' un privilegio - afferma Armando Plaia, Direttore del
Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Palermo - per
il nostro Dipartimento poter ospitare l'opera di Velasco Vitali.
Il linguaggio dell'arte offre ai nostri studenti l'opportunità
di una memoria non retorica e l'evoluzione etica de "Il Branco"
di Vitali saprà comunicare ai nostri studenti il coraggio
dell'eresia".
"Il viaggio urbano dei cani di Velasco Vitali rinnova
l'energia di cambiamento della società nella lotta alla mafia -
dice Gianfranco Miccichè, Presidente dell'Ars e della Fondazione
Federico II -. Palazzo Reale è diventato parte di questa
installazione così come adesso, in questo ideale e materiale
passaggio di testimone, lo diventa la sede di Giurisprudenza,
dove studiarono tra gli altri sia Giovanni Falcone che Paolo
Borsellino. Sono certo che i giovani universitari abbiano un
motivo in più per entrare in empatia con queste opere".
"Il branco di Velasco Vitali ha una forza coinvolgente -
dice Patrizia Monterosso, Direttore Generale Fondazione Federico
II -. Dopo l'Aula Bunker, la Questura e Palazzo Reale, non c'era
luogo più adatto della sede storica di Giurisprudenza. Il
trasferimento delle sculture non è un vuoto rituale, ma è
espressione di un progetto di collettività in itinere.
Attraverso l'impegno, il valore istituzionale del gesto viene
espressa, non solo la memoria di quella lotta custodita in
ognuno di noi, ma anche il senso di identità e di appartenenza
che divengono impegno collettivo".
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