"Una parte dell'esplosivo utilizzata per la strage di Capaci l'ho procurata io e si trattava di esplosivo di cava, il resto era tritolo e venne procurato dai fratelli Filippo e Giuseppe Graviano di Brancaccio.
Che fossero stati i Graviano a procurarlo me lo disse Totò Riina".
Lo ha detto il pentito Giovanni Brusca,
deponendo questa mattina nel processo d'appello in abbreviato
per la strage di Capaci, che vede imputati davanti alla Corte
d'Assise d'Appello di Caltanissetta Giuseppe Barranca,
Cristofaro "Fifetto" Cannella e il neo collaboratore di
giustizia Cosimo D'Amato.
"Questo esplosivo procurato dai Graviano - ha aggiunto Brusca
- era di consistenza farinosa e di colore giallino e Pietro
Rampulla, che si intendeva di esplosivo, mi disse che secondo
lui si trattava di materiale proveniente da residuati bellici.
Confezionammo l'esplosivo per l'attentato in dodici bidoncini da
25 chili l'uno e ne usammo anche uno da 30-35 chili".
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