Sarebbe legato al diverbio che
vide protagonisti Giosuè Ruotolo e Trifone Ragone il movente del
duplice omicidio dei fidanzati di Pordenone per il quale da ieri
sera lo stesso Ruotolo è stato rinchiuso nel carcere di Belluno.
I dissapori nacquero quando i due commilitoni - ed ex
coinquilini - furono protagonisti di un acceso scambio di vedute
che degenerò fino allo scontro fisico. Da allora Ruotolo,
secondo l'accusa, avrebbe pianificato la propria vendetta messa
poi in atto la sera del 17 marzo nel parcheggio del palazzetto
dello sport cittadini.
Per il Procuratore capo, Marco Martani, "esistono gravi
indizi di colpevolezza nei confronti di Giosuè Ruotolo per i
quali si è evidenziata la sussistenza di esigenze cautelari: nel
caso specifico ha inciso il pericolo di inquinamento delle prove
poste in atto tanto da Ruotolo quanto dalla fidanzata Maria
Rosaria Patrone". Testimone chiave "il runner, un atleta che
stava facendo jogging attorno al palazzetto dello sport. Ha
incrociato le vittime".
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