A Taormina raddoppiano tutte le
tariffe per i non residenti, anche quelle applicate per chi
sceglie la perla dello Jonio come location per il proprio
matrimonio: i novelli sposi dovranno sborsare circa 1.600 euro,
anziché 800 euro. Una scelta quella di aumentare le spese
nuziali che l'ex sindaco Mario Bolognari bolla come
"demenziale", ma che Cateno De Luca, alla guida
dell'amministrazione, spiega così: "E' vero tutto è raddoppiato
come per esempio il biglietto per la funivia, abbiamo dovuto
agire così per evitare il secondo dissesto finanziario; il primo
da 12 milioni di euro è stato causato proprio da Bolognari, il
quale prima di andarsene ha lasciato un buco nel bilancio di
altri 5 milioni".
Il raddoppio delle tariffe è stato votato dal Consiglio
comunale lo scorso 31 luglio. "Dimostrando di avere il senso
delle istituzioni le opposizioni si sono astenute, Bolognari
invece è andato via prima del voto finale", dice De Luca.
Bolognari contesta le nuove tariffe nuziali. "Il provvedimento -
afferma - ha valore retroattivo, quindi anche per coloro che
avevano sottoscritto un contratto e pagato un servizio. Una
misura illogica, vessatoria e probabilmente illegittima -
aggiunge Bolognari - Significa che due giovani che desiderano
sposarsi a Taormina e non sono residenti devono pagare per una
cerimonia che dura circa mezz'ora una cifra spropositata". Per
l'ex sindaco "si tratta di incidere su una risorsa economica che
porta ricchezza alla città: alberghi, ristoranti, bar".
Sono circa 80 i matrimoni di questo tipo e per il 60%
riguarda stranieri "che portano a Taormina i loro invitati, con
un effetto molto positivo sull'economia locale", prosegue
Bolognari per il quale "è sbagliata la decisione di fare cassa
con questa misura". "Ma ancor più sbagliato - sostiene - è
applicare l'aumento anche a coloro che hanno prenotato e magari
hanno già pagato 800 euro per sposarsi da oggi in poi e le
prenotazioni sono circa una quarantina fino al 2024. Ora
l'ufficio dovrà chiedere l'integrazione di altri 800 euro". Ma
il sindaco De Luca minimizza e cita il suo Comune, dove è nato e
che ha amministrato in passato: "Sposarsi a Taormina non è la
stessa cosa che farlo a Fiumedinisi, con tutto il rispetto".
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