Ha ammesso oggi Luca Lucci, il capo
ultrà milanista interrogato in carcere dal gip di Milano
Fabrizio Filice dopo la nuova ordinanza di custodia cautelare
ricevuta ieri con l'accusa di essere stato al vertice di un
gruppo di narcotrafficanti tra il giugno del 2020 e il marzo del
2021.
Dopo essere stato arrestato a fine settembre scorso
nell'inchiesta "doppia curva" sugli ultrà delle curve di San
Siro, al capo della Sud milanista sono state notificate altre
tre ordinanze nel giro di poco più di due mesi, tra cui un'altra
per spaccio di droga e una come mandante del tentato omicidio
dell'ultrà milanista Enzo Anghinelli nel 2019.
Finora Lucci si era sempre avvalso della facoltà di non
rispondere e, invece, oggi sulla quarta ordinanza, da quanto si
è saputo, sono arrivate le prime ammissioni. Il gruppo, stando a
quanto emerso dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile
milanese e coordinate dai pm Leonardo Lesti e Rosario Ferracane,
avrebbe importato hashish, cocaina e marijuana in Italia dalla
Spagna e dal Marocco, servendosi anche di elicotteri,
autotrasportatori e di depositi all'estero.
Oltre a Lucci, soprannominato nelle chat su piattaforme
criptate "belvaitalia" tutte recuperate dagli investigatori,
sono stati destinatari dell'ordinanza cautelare anche altri
ultrà milanisti già coinvolti nell'inchiesta sulle curve,
coordinata dai pm Paolo Storari e Sara Ombra.
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