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'Il fatto non sussiste', assolto Salvini nel processo Open Arms 'Difendere la Patria non è reato'

'Il fatto non sussiste', assolto Salvini nel processo Open Arms 'Difendere la Patria non è reato'

Meloni: 'Accuse infondate'. Orban: 'La giustizia ha prevalso'. Il fondatore della ong: 'Nostra missione è salvare le vite, non ci fermiamo'

PALERMO, 20 dicembre 2024, 21:35

Lara Sirignano

ANSACheck
Open Arms, assolto Matteo Salvini - RIPRODUZIONE RISERVATA

Open Arms, assolto Matteo Salvini - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Un lungo applauso dei compagni di partito e dei simpatizzanti venuti a Palermo per esprimere solidarietà al loro leader scioglie una tensione durata quasi otto ore. Tanto ci hanno impiegato i giudici della seconda sezione del tribunale di Palermo ad assolvere Matteo Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio "perché il fatto non sussiste".  

 

 

"Difendere la patria non è reato. Chi pensava di usare i migrati per fare politica ha perso e torna in Spagna con le mani in saccoccia", commenta il vicepremier visibilmente sollevato, dopo aver stretto la fidanzata Francesca Verdini in un forte abbraccio.


La vicenda è quella della nave Open Arms a cui, ad agosto del 2019, fu impedito da Salvini, allora a capo del Viminale, l'ingresso nelle acque italiane e lo sbarco di 147 migranti soccorsi in mare. Un divieto illegittimo, secondo la Procura di Palermo prima, poi secondo il tribunale dei Ministri, che nella condotta del politico ha ravvisato due reati e la violazione del diritto interno e internazionale. Sei anni di carcere la condanna chiesta dall'aggiunta Marzia Sabella e dai pm Gery Ferrara e Giorgia Righi costretti, dopo la requisitoria, a fare i conti con una valanga di insulti e minacce sui social.


E se, nel giorno del verdetto la Procura non commenta, la premier Giorgia Meloni parla di "accuse infondate" e il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani osserva: "C'è un giudice a Palermo". Il ministro della Giustizia Carlo Nordio rende "onore a questi magistrati coraggiosi", ma poi affonda: "Questo processo non si sarebbe nemmeno dovuto iniziare.Processi come questo fondati sul nulla rallentano l'amministrazione, credo sia necessaria una riflessione sul nostro sistema imperfetto".


Video Processo Open Arms, assolto Salvini

 

 

Dall'Ungheria gioisce anche Victor Orban: "Bravo Salvini - dice il presidente ungherese - la giustizia ha prevalso". Il leader dei 5Stelle Giuseppe Conte, che all'epoca dei fatti era alla guida del governo gialloverde entrato in crisi proprio nei giorni del caso Open Arms, prende atto della sentenza: "va rispettata e potrà essere commentata quando sarà depositata". Ricordando però che "i giudici sono un potere autonomo" ed "è bene che il centrodestra lo tenga presente quando pensano di avere ragione". Anche per la segretaria del Pd Elly Schlein "le sentenze si rispettano sempre, a differenza di quanto fa la destra".
Finisce dunque con una assoluzione piena una storia che ha travalicato i confini delle aule giudiziarie e perfino quelli dell'Italia. La vicenda ha inizio dopo il salvataggio di 124 migranti in acque Sar libiche da parte della ong catalana.


L'equipaggio chiede all'Italia e a Malta l'assegnazione di un porto sicuro: la prima di una serie di istanze in tal senso, ma, come risposta, dall'Isola dei Cavalieri riceve un fermo no e da Salvini arriva un decreto di divieto di ingresso in acque italiane. Una decisione, quella del Viminale, presa in virtù dei cosiddetti decreti sicurezza e in accordo con i ministri 5Stelle della Difesa e dei Trasporti Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli. Inizia così il braccio di ferro tra l'allora governo giallo-verde e Open Arms. Più volte l'ong torna a sollecitare l'assegnazione del porto nel silenzio del ministero. Intanto la situazione a bordo peggiora di giorno in giorno: l'equipaggio denuncia le precarie condizioni igienico-sanitarie in cui si trovano i profughi. Diversi migranti in cattive condizioni di salute vengono fatti scendere a terra e per i minorenni, dopo il ricorso di Open Arms, il tribunale di Palermo decide lo sbarco.


In pieno scontro col ministro Salvini la ong compie un terzo salvataggio in mare. Si arriva così a metà agosto quando Open Arms sceglie la strada giudiziaria e ricorre al Tar del Lazio.
Il presidente dei giudici amministrativi risponde a stretto giro e sospende il provvedimento di Salvini. La situazione a bordo è ormai ingestibile, l'esecutivo scricchiola e Salvini resta solo a sostenere la linea del rigore. Lo stallo cessa il 20 agosto quando l'allora procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio sale sulla nave per accertare le condizioni fisiche e psichiche dei profughi - alcuni disperati si sono buttati in mare per raggiungere a nuoto Lampedusa - e decide il sequestro dell'imbarcazione.


Salvini viene indagato per sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio in concorso con il suo capo di Gabinetto Matteo Piantedosi. Per competenza le carte vanno ai pm di Palermo e poi al tribunale dei ministri che rivendica la sindacabilità delle decisioni del ministro ritenendole atti amministrativi e non politici e formula l'imputazione. Il 15 settembre 2021 comincia il processo, che va avanti 3 anni e 24 udienze, fino alla sentenza di oggi. "Il dispiacere è soprattutto per le persone che sono state private della loro libertà" chiosa Oscar Camps, il capo di Open Arms. Salvini la vede in tutt'altra maniera: "Ho solo difeso i confini". 

 

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