Con la deposizione di una corona
d'alloro davanti alla lapide in memoria delle vittime è iniziata
nel cortile del monumento nazionale della Risiera di San Sabba,
unico campo di concentramento nazista in Italia, la cerimonia di
commemorazione della Giornata della memoria, fulcro delle
celebrazioni promosse dal Comune di Trieste in occasione
dell'80/o anniversario della liberazione del lager di Auschwitz.
Ad accompagnare la corona, il prefetto di Trieste, Pietro
Signoriello, il presidente del Friuli Venezia Giulia,
Massimiliano Fedriga, e il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza,
e altre autorità locali.
Di lato sono schierati i gonfaloni della città di Trieste e
Muggia, decorate rispettivamente con la medaglia d'oro e la
medaglia d'argento al valor militare, della Regione Friuli
Venezia Giulia, dei Comuni di Duino Aurisina e di San Dorligo
della Valle. Sono presenti autorità civili e religiose delle
diverse confessioni; e ancora i rappresentanti e i labari di
vari gruppi ed enti, delle associazioni dei deportati e
perseguitati politici antifascisti, dei partigiani, dei
volontari della libertà, dei caduti; delle associazioni
combattentistiche e d'arma e del comitato internazionale del
lager nazista della Risiera di San Sabba.
"La memoria - ha affermato il sindaco di Trieste, Roberto
Dipiazza - non è un semplice esercizio intellettuale; è un atto
di resistenza contro l'oblio. In un'epoca in cui il revisionismo
storico e la disinformazione sembrano guadagnare terreno,
ricordare diventa un dovere civile e morale. Ricordare
l'Olocausto non è solo un atto di rispetto verso le vittime di
quel periodo, ma anche una chiamata all'azione. È un invito a
combattere ogni forma di odio, razzismo e antisemitismo che
ancora oggi trovano spazio nelle nostre società. Le lezioni del
passato non devono restare confinate nei libri di storia, ma
devono guidare le nostre scelte quotidiane. Purtroppo i fatti
contingenti ci dimostrano che abbiamo ancora del cammino da fare
in questa direzione. Il Giorno della Memoria ci ricorda che il
silenzio è complice e che ogni voce può fare la differenza".
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