Il target di nuovi posti letto in
studentati, che dovrebbero essere 60mila da realizzare entro il
giugno 2026 con fondi Pnrr, è ben lontano dall'essere raggiunto:
al 15 marzo i posti letto finanziati erano solo 11.275 (per
227.739.723 euro), la gran parte a Milano e provincia, seguono
poi Roma, Napoli e Venezia, ultime in classifica Macerata,
Caltanissetta e Cremona. E a rischio sarebbe quindi una grossa
fetta degli 1,2 miliardi di finanziamenti complessivi stanziati.
Dopo il Pnrr la copertura reale di posti pubblici, insomma,
salirà solo dello 0,5%. Ad affermarlo è l'Unione degli
universitari che ha prodotto il dossier 'E' tutto sbagliato'
sugli avanzamenti degli investimenti del Pnrr sulle residenze
universitarie, presentato oggi in una conferenza stampa alla
Camera, presenti, tra gli altri, Daniela Barbaresi e Gianluca
Torelli della Cgil, Stefano Chiappelli del Sunia, Antonio Di
Franco della Fillea Cgil, Elisabetta Piccolotti di Avs, Alfredo
D'Attorre e Irene Manzi del Pd.
A fronte di 900mila studenti, in tutta Italia ci sono
attualmente 46.193 posti letto ma l'incidenza del Pnrr
sull'accessibilità degli alloggi, denunciano gli universitari,
ha percentuali irrisorie. Ci sono addirittura città sedi di
università dove non sono previsti interventi per posti letto: è
il caso di Chieti e Pescara, Potenza e Matera, Catanzaro,
Caserta. E ancora Forlì, Pordenone, Rieti, Genova, La Spezia,
Savona, Bergamo, Como, Mantova Monza, Pavia, Sondrio, Varese,
Ascoli, Pesaro Urbino e molte altre ancora.
Inoltre, gli studenti dell'Udu sostengono che solo 2959
posti letto sarebbero di nuova costruzione, mentre negli altri
casi si tratterebbe di interventi su strutture già esistenti. La
gran parte dei finanziamenti, poi, sarebbero stati destinati a
strutture gestite da privati, anche religiosi, con costi
d'affitto molto elevati, in alcuni casi superiori ai mille euro.
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