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Nasce anche a Bologna 'Casa Rider', tra socialità e diritti

Nasce anche a Bologna 'Casa Rider', tra socialità e diritti

Progetto di Arci, Cgil e Caritas negli spazi di Porta Pratello

BOLOGNA, 27 marzo 2025, 15:18

Redazione ANSA

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"Questo è un luogo di ristoro, informazione, conoscenza, dove i rider possono prendere anche un tè caldo d'inverno oppure riparare la bicicletta", ha detto la presidente Arci di Bologna, Rossella Vigneri. "Una casa del popolo, o un Dopolavoro, una saletta sindacale", per dirla con le parole del segretario bolognese della Cgil, Michele Bulgarelli. "A me viene in mente invece un oratorio", ha spiegato Don Matteo Prosperini, direttore Caritas Bologna.
    'Casa Rider', progetto che nasce grazie all'unione di queste tre realtà, è uno spazio pensato per favorire la crescita dell'attivismo e per diventare un punto di riferimento per chi pedala ogni giorno tra le vie di Bologna. A partire da domani 'Casa Rider', che ha sede negli spazi comunali di Porta Pratello, in via Pietralata 58, aprirà tutti i venerdì e i sabato dalle 16 alle 20. Qui i rider potranno trovare attrezzatura per piccole riparazioni e un ambiente accogliente dove condividere esperienze. Inoltre 'Casa Rider' offrirà consulenza sindacale e sui diritti con esperti per fornire supporto concreto su tematiche sociali e contrattuali. "Le case rider sono simbolo di comunità e resistenza - ha detto Roberta Turi, segreteria nazionale Nidil-Cgil - Da una nostra inchiesta è emerso che il 60% dei rider non denuncia gli infortuni, non sanno di essere coperti dall'Inail e per Assodelivery sono 30mila i rider in Italia che hanno effettuato almeno un ordine. Ecco perché le case dei rider, sorte a Palermo, Torino, Genova, Perugia, Firenze e ora Bologna, sono il cuore di una categoria sindacale nuova, senza queste case sarebbe tutto più difficile". Per il sindaco Matteo Lepore, "questa è la prima 'Casa Rider' di Bologna, ma non sarà l'ultima". Per i rider, però, c'è ancora "molto da fare. Noi siamo stati la prima città a sottoscrivere una carta per la difesa dei diritti dei lavoratori digitali nel 2018. Da allora ci sono state delle novità - ha aggiunto il sindaco - un impegno dei vari governi, una direttiva nazionale, purtroppo per ora solo sulla carta, perché i lavoratori che sono sotto le piattaforme continuano a non avere contratti adeguati.
    Servono contratti di lavoro dipendenti, ad esempio, serve che durante le le alluvioni si possano fermare".
   

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