Le condizioni delle carceri
italiane, per sovraffollamento, numero di suicidi e
inadeguatezza delle strutture, riportano al 2013, anno in cui la
Corte europea dei Diritto dell'Uomo, con la sentenza
Torregiani, ha condannato l'Italia per i trattamenti inumani e
degradanti dei detenuti. Ed è per questo che l'Olanda fino ad
ora non ha concesso il trasferimento di Washi Laroo, 26 anni,
olandese di origini nordafricane, destinatario di un mandato di
arresto europeo eseguito ad Amsterdam lo scorso dicembre: è
accusato di aver appiccato l'incendio in uno show-room alla
periferia di Milano nel quale, nel settembre 2024, sono morti
tre ragazzi di 17, 18 e 24 anni, che si trovavano lì per
trascorrere la notte.
Il pm milanese Luigi Luzi, che coordina le indagini con il
procuratore Marcello Viola, aveva chiesto, tramite il ministero,
alle autorità giudiziarie olandesi la consegna temporanea di
Laroo affinchè potesse partecipare, come prevede il codice, ad
accertamenti irripetibili. Ma, fermo restando che il giovane,
già ricercato nei Paesi Bassi per alcuni reati, espierà la pena
nell'istituto dove ora si trova, non è mai arrivato. Mentre la
Procura, dopo gli ultimi atti istruttori, si accinge a chiedere
il giudizio immediato per lui e per i mandanti e ideatori del
piano criminale Yijie Yao, di 34 anni, e Bing Zhou, di 40, da
quanto si è saputo, sono in corso trattative tra Italia e Olanda
per trasferire il 26enne. Cosa che potrebbe avvenire solo se via
Arenula assicurerà che verrà portato in un istituto
penitenziario, semmai ce ne fosse uno, dove le condizioni
detentive non sono quelle allarmanti descritte dal rapporto di
Antigone.
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