"Se lo vedessi affacciarsi da
quella finestra su piazza San Pietro come nuovo Papa, ne sarei
felice perché noi tutti conosciamo che persona è, ma anche un
po' dispiaciuto perché non lo avremo più qui con noi. Intanto,
il nostro compito di cristiani è pregare". E' questo il
sentimento di don Franco, comune agli altri preti, in tutto 25,
che vivono alla Casa del Clero di via Barberia a Bologna, dove
risiede anche l'Arcivescovo, il Cardinale Matteo Maria Zuppi.
"Di solito si sveglia molto presto al mattino, esce prima
delle 6, spesso va via in bicicletta, e rientra tardi, dopo le
23. Quando può, pranza con noi la domenica, parla tanto e mangia
poco", confidano". Non appena inviato a guidare la Chiesa
bolognese da Papa Francesco, ormai dieci anni fa, don Matteo
scelse come alloggio una stanza dell'ospizio San Vincenzo De'
Paoli, abitato da sacerdoti anziani, in pensione, alcuni malati,
in sedia a rotelle, altri non più autonomi.
In questi giorni di attesa in vista del Conclave, alla Casa
del Clero, l'emozione è doppia nel sapere che tra i nomi dei
possibili successori di Pietro si faccia anche quello del
Cardinale Zuppi. Tanto affetto, stima, pensieri e preghiere per
il "loro" don Matteo, di cui sono i primi sostenitori.
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