Il Papa che desidera la Chiesa è quello che "meglio sappia risvegliare le coscienze di tutti e le energie morali e spirituali nella società odierna, caratterizzata da grande progresso tecnologico, ma che tende a dimenticare Dio". Il cardinale decano Giovanni Battista Re, nella messa 'Pro eligendo Romano Pontifice', concelebrata stamane nella Basilica di San Pietro con i 133 cardinali elettori che da oggi pomeriggio partecipano al Conclave, non ha mancato di delineare aspettative e sollecitazioni verso la figura che prenderà il posto di Papa Francesco.
In una Basilica affollata da 5.000 persone, presenti in tutto 340 tra cardinali, vescovi e prelati, il 91/enne decano del Sacro Collegio ha presieduto col consueto piglio sicuro il rito che introduce ai lavori per l'elezione del nuovo Pontefice. E ha invocato nell'omelia "l'aiuto dello Spirito Santo" perché "sia eletto il Papa di cui la Chiesa e l'umanità hanno bisogno in questo tornante della storia tanto difficile, complesso e tormentato". I cardinali elettori "si preparano ad un atto di massima responsabilità umana ed ecclesiale e ad una scelta di eccezionale importanza - ha spiegato Re nell'omelia -; un atto umano per il quale si deve lasciar cadere ogni considerazione personale, e avere nella mente e nel cuore solo il Dio di Gesù Cristo e il bene della Chiesa e dell'umanità". Secondo il cardinale decano, nel sottolineare che "l'amore è la sola forza capace di cambiare il mondo" e ricordando l'invito che viene dalla liturgia del giorno "all'amore fraterno, all'aiuto vicendevole e all'impegno per la comunione ecclesiale e per la fraternità umana universale", fra i compiti di ogni successore di Pietro c'è quello" di far crescere la comunione: la comunione di tutti i cristiani con Cristo; la comunione dei vescovi col Papa; la comunione dei vescovi fra di loro". E "non una comunione autoreferenziale, ma tutta tesa alla comunione fra le persone, i popoli e le culture".
C'è poi il forte richiamo "a mantenere l'unità della Chiesa", che è voluta da Cristo", "un'unità che non significa uniformità, ma salda e profonda comunione nelle diversità, purché si rimanga sempre nella piena fedeltà al Vangelo". L'invocazione allo Spirito, "che negli ultimi cento anni ci ha donato una serie di Pontefici veramente santi e veramente grandi", è anche che "ci regali ora un Papa secondo il cuore di Dio per il bene della Chiesa e dell'umanità". "Il mondo di oggi attende molto dalla Chiesa - ha sottolineato infine Re - per la salvaguardia di quei valori fondamentali, umani e spirituali, senza i quali la convivenza umana non sarà migliore né portatrice di bene per le future generazioni". E la preghiera finale è che siano "illuminate le menti" dei cardinali elettori e siano resi "concordi nell'elezione del Papa di cui ha bisogno il nostro tempo".
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