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Primario arrestato per abusi su dottoresse e infermiere

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Primario arrestato per abusi su dottoresse e infermiere

'Donne in stato di soggezione e omertà'. Denuncia da una vittima

BOLOGNA, 08 maggio 2025, 16:48

Redazione ANSA

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Il primario Emanuele Michieletti (Azienda Usl di Piacenza) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il primario Emanuele Michieletti (Azienda Usl di Piacenza) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dottoresse e infermiere erano le sue vittime designate. Lui chiudeva a chiave la porta dello studio, nell'ospedale 'Guglielmo Da Saliceto' di Piacenza, le bloccava e abusava di loro. "Di fatto, il Primario compiva atti sessuali con quasi tutte le donne che varcavano da sole la porta del suo ufficio", scrivono i poliziotti che hanno arrestato il medico, ai domiciliari su ordinanza di custodia cautelare. Il professionista, direttore di Struttura complessa, è ora accusato di violenza sessuale aggravata e atti persecutori. Le indagini delegate alla Squadra Mobile di Piacenza sono state svolte anche grazie ad intercettazioni telefoniche ed ambientali, e secondo gli investigatori hanno permesso di cristallizzare "un inquietante scenario" all'interno dell'ospedale. Le immagini registrate durante 45 giorni di monitoraggio hanno ricostruito 32 episodi. In un mese e mezzo è stato accertato "il compimento pressoché quotidiano di atti sessuali in orario di servizio".

Il medico, ha spiegato la Questura, agiva come se le dipendenti fossero a sua disposizione anche sessualmente, "e per questo non si faceva scrupoli" ad abusare di loro "anche durante le normali attività e conversazioni di lavoro". L'indagine è stata avviata grazie alla denuncia di una dottoressa, in servizio nel reparto, che aveva subito per la prima volta un'aggressione sessuale all'interno dello studio del medico, segnalando il fatto occorso alla Direzione sanitaria dell'Ausl e alla Questura. La vittima era stata aggredita dopo essere andata nell'ufficio del capo per discutere delle ferie: era stata chiusa a chiave nella stanza e costretta a subire gli abusi, interrotti solo dal casuale arrivo di un collega che ha bussato.

In almeno due casi, il medico è accusato anche di stalking per la continuità con cui le vittime venivano costrette a subire gli abusi, con il timore di ripercussioni nel caso avessero scelto di sottrarsi. A rendere complesse le indagini, ha sottolineato sempre la Questura, è stato il clima di forte omertà all'interno del reparto, che ha portato diverse vittime a essere reticenti in prima battuta con gli investigatori su quello che stavano patendo.

Durante gli accertamenti una seconda dottoressa, invitata in Questura, ha deciso di sporgere denuncia, per poi ritirarla il giorno successivo per timore delle conseguenze lavorative e familiari. In seguito diverse vittime che appaiono nei filmati hanno confermato gli abusi, ma secondo la polizia si tratta solo di una parte delle donne che hanno subito violenza. "Esprimiamo piena solidarietà e vicinanza alle vittime. Il rispetto e la tutela della persona sono da sempre principi fondanti della nostra missione", fa sapere l'Asl di Piacenza, che esprime anche "piena fiducia nel lavoro della Magistratura".

E' accusato invece di violenza sessuale di gruppo, il medico radiologo in pensione di 71 anni, che fingeva di essere un ginecologo, finito anche lui ai domiciliari su ordinanza del Gip di Milano Mattia Fiorentini. Ai domiciliari, con la stessa accusa, si trova anche un 42enne, che filmava le vittime. Stando alle indagini dei carabinieri e del pm Antonio Pansa, dal 2016 avrebbero commesso abusi su ragazze che rispondevano ad annunci, convinte che dietro compenso avrebbero dovuto fare le attrici in video promozionali di una clinica. Clinica che non esisteva.

Subivano violenze durante finte visite e venivano filmate. I tentativi di adescamento avrebbero riguardato 135 ragazze. Secondo il giudice che ha firmato la misura i due agivano "in maniera seriale, da anni, per adescare ragazze e indurle a girare, a loro insaputa, video di carattere pornografico".
   

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