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Da Balla a Mafai, 60 anni di arte romana

Da Balla a Mafai, 60 anni di arte romana

Alla Fondazione Magnani Rocca di Parma 100 opere da Gam Roma

25 marzo 2015, 18:07

Nicoletta Castagni

ANSACheck

Tato (Guglielmo Sansoni), Sensazioni di volo, 3 tempo, 1929-1930 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tato (Guglielmo Sansoni), Sensazioni di volo, 3 tempo, 1929-1930 - RIPRODUZIONE RISERVATA
Tato (Guglielmo Sansoni), Sensazioni di volo, 3 tempo, 1929-1930 - RIPRODUZIONE RISERVATA

    Una splendida selezione di arte romana del '900, proveniente dalle collezioni della galleria civica della capitale è in mostra negli spazi della Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma), chiamata a ragione la 'villa dei capolavori' per i tesori che custodisce. Accanto ai dipinti di Goya, Tiziano, Cezanne, Renoir, Morandi raccolti durante la sua vita da Luigi Magnani, sono allestite fino al 5 luglio 107 opere tra oli, disegni, grafiche, sculture, attraverso cui é possibile ricostruire 60 anni di produzione artistica fiorita a Roma, in un susseguirsi di movimenti e suggestioni straordinari e testimoniati da maestri quali Sartorio, Balla, de Chirico, Mafai, Scipione e molti altri.
    Con il titolo 'Roma '900', l'importante rassegna è nata da un incontro tra il curatore della Fondazione, Stefano Roffi, e la direttrice della Galleria d'Arte Moderna della capitale Federica Pirani, per valorizzare ambedue le raccolte. ''Luigi Magnani ha vissuto a lungo a Roma, era professore di Storia del manoscritto e del libro antico alla Sapienza, frequentava i migliori salotti e conosceva gran parte degli artisti, letterati, intellettuali della città eterna''. De Pisis e Guttuso li aveva incontrati in occasione di loro messe in scena teatrali o liriche (Magnani un appassionato e raffinato esperto di musica classica) e anche in virtú del rapporto di amicizia che ne era scaturito, aveva cominciato ad acquistarne le opere. Ma Magnani collezionava anche i lavori di Orfeo Tamburi, de Chirico, Manzù, Mafai, come si può vedere visitando la raccolta (140 opere circa) della Villa immersa nella campagna parmense.
    L'dea della mostra nasce quindi dal desiderio di documentare uno degli aspetti fondanti della collezione e, d'altro lato, ha trovato riscontro nella volontà dei curatori della Gam di Roma di restituire alla fruizione le opere novecentesche custodite nei depositi. ''Attualmente stiamo dedicando i nostri spazi all'arte del XIX secolo - dice la Pirani - e, in attesa del futuro ampliamento della sede, vogliamo promuovere anche la collezione del '900 romano''.
    Ecco quindi la selezione condotta con Roffi e Maria Catalano (sempre della Gam) su un totale di 260 opere, cercando di restare in sintonia con le scelte collezionistiche operate a suo tempo da Magnani. Il percorso espositivo inizia con i primi decenni del '900, vale a dire la tensione simbolista che dava nuove forme e colori al vedutismo (Sartorio) per procedere poi con la stagione della Secessione romana, apertasi nel solco di Klimt. Dalla bellissima 'Violette' di Enrico Lionne (icona della mostra) al magnifico 'Il dubbio' di un Balla pre-futurista (che a questo ritratto della moglie Elisa disegna anche la cornice), la sezione culmina con 'Nel parco' di Amedeo Bocchi, omaggio a Parma attraverso un dipinto capace di emanare una propria intrinseca luce. Il Futurismo é presente nella sua fase più tarda, quella dell'aeropittura, con panorami cittadini visti (o immaginati) dall'alto, dominati dal senso di velocità e dinamismo tipici del movimento fondato da Marinetti. E proprio di sua moglie Benedetta c'é un mare caprese di spiazzante modernità, affiancato da dipinti di Prampolini, Depero, Dottori. La cavalcata nel XX secolo romano prosegue con la corrente artistica del 'Ritorno all'ordine', la riscoperta, dopo gli estremismi delle avanguardie, dei canoni degli antichi maestri (primo tra tutti Piero della Francesca) rivisitati però con nuova sensibilità. Strepitosa la parete dedicata alle nature morte, in cui si susseguono capolavori di Casorati, de Pisis, Francalancia, Melli e Severini (un meraviglioso mosaico). Ma non mancano de Chirico ('Combattimento tra gladiatori'), Carrá ('Partita di Pallone'), Donghi ('Donna alla toeletta'), e ancora Casorati con l'ambigua 'Susanna'. Le ultime due sale della mostra sono interamente riservate ai massimi esponenti della Scuola romana e alla loro pittura selvaggia, disordinata e violenta nei toni della tavolozza. Dai tetti di Fausto Pirandello alla 'Casa del Foro Traiano' di Mafai fino ad arrivare allo strepitoso 'Cardinal Decano' di Scipione (che inventa un'irreale e concretissima atmosfera infuocata da fine del mondo), il movimento é testimoniato in tutta la propria dirompente visionarietà espressiva. Non mancano i tetti romani di Guttuso (amico di Magnani, che visitava spesso e ogni volta lasciava sul libro degli ospiti un disegno dei pavoni che popolano il parco della villa) a introdurre il dibattito tra figurazione e astrazione di cui il pittore siciliano fu tra i protagonisti. Ma forse la scena se la prende tutta il grande (e astratto) 'Comizio' di Turcato, con il motivo delle bandiere rosse, al quale lo stesso Guttuso guardò.(ANSA)

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