Immagini dell'Italia in pieno
cambiamento sociale, dalla Lucania rurale della spedizione
etnografica di Ernesto De Martino (1952) ai bassi di Napoli,
della Thailandia e di Cuba, oltre al backstage di set tra cui
quelli di Fellini per 'La dolce vita' e di Paul Strand in
Emilia, a Luzzara, per l'inchiesta che trovò esito editoriale
nel libro 'Un paese': sono cinque le sezioni (180 foto in bianco
e nero) che compongono la mostra 'Az-Arturo Zavattini fotografo.
Viaggi e cinema, 1950-1960' allestita dal 13 aprile al 3 giugno
a Parma, Palazzo Pigorini, ad ingresso libero.
Classe 1930, figlio di 'Za', fotografo e direttore di
fotografia per molti anni, attualmente si occupa della gestione
dell'Archivio Cesare Zavattini e delle iniziative a sostegno
della sua memoria. La mostra, curata da Francesco Faeta e
Giacomo Daniele Fragapane, ne illustra l'intensa attività in un
decennio cruciale della storia del Novecento. La sua cultura
fotografica è maturata a stretto contatto con il Neorealismo
italiano e con il realismo americano.
Le sue immagini a Roma, Napoli e in altre città e contrade
italiane documentano la vita sociale in strada ed in particolare
la condizione dei bambini del popolo. Nel '56 realizza un
reportage a Bangkok, Phetchaburi e nel nord della Thailandia,
immagini rare di quei luoghi in quell'epoca, scattate a latere
delle riprese del film 'La diga sul Pacifico' di René Clément,
tratto dal romanzo di Marguerite Duras. Sono invece del 1960 le
foto di Cuba che includono un inedito Ernesto 'Che' Guevara,
incontrato casualmente subito dopo la rivoluzione, in occasione
delle riprese del film del regista Tomas Gutierréz Alea
'Histiorias de la revolucion', alle quali Zavattini collaborò
come operatore nell'ambito di un progetto italiano di sostegno
alla nascente cinematografia cubana.
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