Cominciò con serate interminabili
ogni giovedì in cui ci si poteva confrontare in totale libertà
su arte, lavoro, amore, politica. Poi quel cenacolo di
intellettuali prese le forme di una comune, in cui donne e
uomini sperimentavano forme nuove di convivenza senza vincoli o
remore creando scandalo nella Londra all' alba del Novecento.
Inventarsi un modo di vivere diverso usando la scrittura e le
immagini, l'arte come come motore del cambiamento, rompendo con
la tradizione e i vecchi schemi sociali. "E' una mostra di
cultura e libertà", così Nadia Fusini, grandissima esperta di
Virginia Woolf, definisce il racconto curato con Luca Scarlini
per Palazzo Altemps che mette al centro della scena l'avventura
della scrittrice inglese e della sorella Vanessa, pittrice, alla
guida del gruppo di artisti, poeti, pensatori, economisti
riuniti sotto il nome del quartiere di Londra in cui avevano la
loro base.
E' costruita su un avvolgente gioco di stanze "Virginia Woolf e
Bloomsbury. Inventing life", immersione raffinata nel clima
culturale di quegli anni particolari di inizio secolo che il
Museo Nazionale Romano ed Electa, con la collaborazione della
National Portrait Gallery di Londra, propongono fino al prossimo
12 febbraio. Stanze come i capitoli della vicenda, incentrata
sulla casa di Gordon Square 26, in una zona che all'epoca non
godeva di buona fama dove le sorelle Stephen con i fratelli
Thoby e Adrian si erano trasferite dopo la morte del padre nel
1904 lasciando l'elegante dimora di Kensington.
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