Georgia O'Keeffe come mai prima
d'ora era stata studiata: non per i suoi iconici fiori, i petali
e le corolle giganti, o per i grattacieli dipinti dal trentesimo
piano di un hotel su Lexington Avenue, ma per gli esperimenti su
carta realizzati in serie che sfiorano l'astrazione. "Li abbiamo
messi insieme come quando giochi a carte e devi metterne insieme
quattro uguali per vincere", spiega la curator Samantha Friedman
a proposito della nuova mostra del MoMA intitolata "Too see it
takes time" (Per vedere ci vuole tempo) che mette
sistematicamente insieme disegni, pastelli e acquarelli della
'madre del modernismo', morta quasi centenaria nel 1986 a Santa
Fe in New Mexico.
I fiori e i crani di bestiame che combinano il mondo sinistro
della mortalità con il mistero della natura sono stati finora il
punto di approdo del pubblico all'opera di O'Keeffe. "E'
un'artista iconica ma il focus è la sua biografia oppure i
quadri dei fiori, mentre non si parla mai del processo
creativo", spiega all'ANSA Friedman. Il MoMA possiede otto opere
su carta della O'Keeffe: "Non sapevo che ognuna era strettamente
collegata ad altre come parte di una serie o di una coppia: e se
non lo sapevo io, che stavo dentro al museo, probabilmente pochi
altri avevano questa idea".
Ci sono voluti un paio di anni per mettere insieme gli oltre
120 pezzi della mostra, prestati da 58 collezioni pubbliche e
private per illustrare come O'Keeffe abbia lavorato nei decenni
della sua lunga carriera. Si parte dai primi anni, 1915-1917,
quando la carta è il suo medium principale, per passare a quando
nel 1918 l'artista, poi sposata con Alfred Stieglitz, si
trasferisce a Manhattan per arrivare ai ritratti degli anni '40
e le vedute aeree del decennio successivo.
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