(di Laura Valentini)
A quindici anni di distanza
dall'ultima grande occasione espositiva sul genio di
Michelangelo Merisi arriva dal 7 marzo e fino al 6 luglio nelle
sale di Palazzo Barberini a Roma 'Caravaggio 2025', una mostra
prodotta in occasione del Giubileo 2025 dalle Gallerie nazionali
di Arte antica in collaborazione con la Galleria Borghese. "Il
titolo è stato scelto non solo per il nesso con l'Anno santo ma
anche perché la mostra intende fare il punto sulle novità che
sono emerse in questi anni in merito all'artista" spiega Maria
Cristina Terzaghi, curatrice di 'Caravaggio 2025' con Francesca
Cappelletti e Thomas Clement Salomon. Arricchita da dipinti che
sono difficilmente visibili al pubblico o che sono esposti in
Italia per la prima volta nonchè da prestiti di eccezionale
importanza, la mostra, organizzata con il supporto della
Direzione generale Musei-Mic e presentata oggi a Palazzo
Barberini, riunirà una ventina di dipinti dell'artista nato a
Milano (nel 1571) ma il cui debito con le botteghe d'arte romane
e con la città è evidente visto che Roma "è stato il perno della
sua vicenda artistica" come osserva Francesca Cappelletti,
direttrice della Galleria Borghese e co-curatrice, grande
esperta di Caravaggio.
Saranno una ventina i quadri esposti ma il loro numero
potrebbe aumentare visto che "si stanno chiudendo gli ultimi
prestiti", come spiega il direttore delle Gallerie Nazionali di
Arte Antica Thomas Clement Salomon. Tra le opere in esposizione
il Ritratto di Maffeo Barberini, recentemente presentato per la
prima volta al pubblico dopo la sua attribuzione all'artista
proprio a Palazzo Barberini, e l'Ecce Homo, attualmente esposto
al Prado di Madrid: quest'ultima "è un'opera mai vista in Italia
- spiega Maria Cristina Terzaghi - anche se partì da Napoli per
volere della viceregina, moglie del vicerè Conte di Castrillo,
che, quando in città scoppia la peste, decide di rientrare a
Madrid portando con sé il dipinto che da allora non è mai
rientrato; appartiene a un collezionista privato che lo ha
prestato al Prado che a sua volta generosamente lo presta a noi
per questa occasione". Il percorso espositivo procederà in
maniera cronologica "in modo abbastanza tradizionale" anche
perché oggi gli studiosi possono disporre di "dati certi su
alcuni snodi fondamentali nella vita del pittore", sottolinea
Terzaghi.
Tra novità e capolavori conosciuti il contenuto di questa mostra
"è un Caravaggio allo stato puro" sintetizza Francesca
Cappelletti.. "La Galleria Borghese - spiega la direttrice del
museo romano - è presente con tre prestiti importanti, dal
Bacchino malato a Davide con la testa di Golia e poi il San
Giovanni Battista, quadri che probabilmente accompagnarono
l'artista anche nell'ultima fuga". Altri prestiti di altissimo
interesse sono la Santa Caterina del Museo Thyssen-Bornemisza di
Madrid, capolavoro già nelle collezioni Barberini che tornerà
nel Palazzo che la ospitava, e Marta e Maddalena del Detroit
Institute of Arts, per il quale l'artista ha usato la stessa
modella della Giuditta conservata a Palazzo Barberini, esposti
per la prima volta tutti uno accanto all'altro. La mostra, che
per scelta non comprende i quadri di Caravaggio esposti nelle
chiese e che rimangono nelle proprie sedi a disposizione dei
visitatori e dei pellegrini, sarà anche l'occasione per vedere
di nuovo insieme i tre dipinti commissionati dal banchiere
Ottavio Costa - Giuditta e Oloferne di Palazzo Barberini, il San
Giovanni Battista del Nelson-AtkinsMuseum di Kansas City e il
San Francesco in estasi del Wadsworth Atheneum of Art di
Hartford - e opere legate alla storia del collezionismo dei
Barberini, come i Bari del Kimbell Art Museum di Fort Worth, che
torna nel palazzo romano dove fu a lungo conservato. Presente in
mostra anche il Martirio di Sant'Orsola, ultimo dipinto di
Merisi, dato in prestito da Intesa-Sanpaolo che è main partner
della mostra.
'Caravaggio 2025' è "un'impresa titanica" osserva il direttore
generale Musei Massimo Osanna con riferimento anche alla prova
di grande collaborazione tra musei statali, non solo Palazzo
Barberini e Galleria Borghese, sottolinea, ma anche altri, da
Brera, agli Uffizi a Capodimonte: "è una mostra - dice ancora
Osanna - che il ministero della Cultura può e deve fare poiché è
basata su un rigoroso progetto di ricerca e questo fa sì che
diventi portatrice di conoscenza". E questo è più importante che
fare grandi numeri che tuttavia, dato l'appeal dell'evento, non
sarebbero una sorpresa: "una mostra di questo tipo - afferma
Salomon - puo' attirare 600-700mila visitatori ma bisogna tenere
conto degli spazi espositivi; noi non vogliamo che al visitatore
manchi il respiro, vogliamo offrire una esperienza di conoscenza
il più piacevole possibile e in questo senso faremo del nostro
meglio".
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