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In mostra foto di Cozzi sulle botteghe di Firenze rimaste vive

In mostra foto di Cozzi sulle botteghe di Firenze rimaste vive

Scelti 20 laboratori superstiti, dove l'artigianato diventa arte

FIRENZE, 23 gennaio 2025, 13:33

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Restauratori, decoratori, bronzisti, fabbri, falegnami, orafi e rilegatori sono tra i protagonisti della nuova mostra fotografica sulle botteghe di Firenze di Guido Cozzi che inaugura le sale espositive dell'Istituto de' Bardi a Firenze. L'esposizione aprirà il 25 gennaio e sarà visitabile fino al 31 maggio. Si tratta di un viaggio lungo le botteghe fiorentine superstiti, in totale sono 20 immagini di altrettante botteghe selezionate, tutte descritte con un taglio documentaristico. Gli spazi sono inquadrati frontalmente, senza presenza umana, per mettere al centro la dimensione materiale degli oggetti e il loro protagonismo, che dall'artigianato spesso si ritrova ad elevare questi presidi di manualità a arte. Alle immagini si aggiunge un video, sempre realizzato da Cozzi, che vuole essere un "inno alla bellezza di Firenze". In contemporanea alla Tethys Gallery di via de' Vellutini, a pochi passi dall'istituto, sarà allestita anche una piccola mostra complementare che raccoglie immagini di botteghe storiche ormai non più in attività. Le sale rinnovate, è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa, sono disponibili su richiesta per progetti che siano in grado di rafforzare il dialogo con la città.
    "Vogliamo che questi siano luoghi dove le persone che vengono a svolgere attività di laboratori siano circondate da immagini suggestive, come quelle di botteghe fiorentine ancora in attività - ha affermato Livia Frescobaldi, presidente dell'Istituto de' Bardi - Ora ci sono le botteghe, in futuro potrebbero esserci oggetti o stoffe, qualunque cosa abbia a che fare con l'artigianato. Noi poi siamo aperti all'artigianato di tutte le culture. Non ci vogliamo imporre come competitor delle gallerie d'arte, ma sfruttare ogni possibilità di questo istituto per dare voce a tutto ciò che tiene in vita i mestieri d'arte, il saper fare".
    Cozzi ha spiegato che la "la difficoltà è stata trovare le botteghe storiche perché negli anni si sono rarefatte. Sono andato avanti grazie al passaparola, tra artigiano e artigiano".
   
   

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