Massimo Carpi, grande collezionista di opere di maestri del Futurismo, è morto la scorsa notte a Roma. I funerali di svolgeranno lunedì 24 marzo alle 17 nella chiesa di San Giuseppe, in via Nomentana. Carpi, 78 anni, aveva creato nel 2001 l'associazione Futur-ism e l'omonimo sito web, divenuto in breve tempo una banca dati che mette a disposizione di musei e curatori di mostre oltre 1500 opere certificate e catalogate di artisti celebri e poco conosciuti dell'Avanguardia fondata da Filippo Tommaso Marinetti.
Da sempre appassionato di arte, aveva cominciato a circondarsi di capolavori di maestri futuristi, Balla, Depero, Boccioni, Carrà, Russolo, Severini, ai quali aggiunse opere di autori degli anni Venti e Trenta da Prampolini, a Dottori, Crali, Baldessari, Tato. Grazie al rapporto con Enrico Crispolti, storico dell'arte e studioso di Futurismo, conobbe Luce ed Elica Balla, figlie del grande artista torinese tra i suoi preferiti. "Balla è il più grande in assoluto, ha fatto tutto. È un artista totale", era il suo commento. Quando i curatori di mostre importanti cominciarono a chiedergli opere in prestito, Carpi pensò di creare un'associazione di collezionisti per facilitare la ricerca di quadri e opere grafiche da proporre ai musei e agli organizzatori delle rassegne. Oggi gli associati sono circa 200.
In 25 anni Futur-ism ha collaborato con centinaia di istituzioni, grandi musei italiani e stranieri, come il Guggenheim di New York e il Centre Pompidou e il Musèe d'Orsay di Parigi e, in tempi recenti, con la grande mostra ancora in corso alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Nel 2017 Carpi ha aperto a poca distanza da Piazza di Spagna la piccola Galleria Futurism & Co, diretta dalla figlia Francesca, che da allora propone mostre e rassegne dedicati ai grandi nomi e ai temi dell'avanguardia. Massimo Carpi era arrivato tardi all'arte dopo aver comunque messo a frutto la sua vena creativa. Nel 1975, a 23 anni, si era tuffato nel mondo della moda creando il marchio Emanuel Zoo, che spopolò in Italia e all'estero conquistando una clientela di alta gamma. "Avevamo negozi in via Frattina a Roma, a Milano, Firenze, Parigi - raccontò -. Disegnavo collezioni per esclusivisti in Giappone e negli Usa. Un mio modello disegnato nel 1981 è conservato al Costume Institute del Metropolitan Museum di New York. Diventò un lavoro stressante, non mi divertivo più e nel 2000 ho venduto tutto, dedicandomi soltanto alla mia passione per il Futurismo".
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