Il trono del Palazzo Reale di
Napoli, finora considerato di epoca borbonica, in realtà è stato
commissionato dalla famiglia Savoia nel 1874. La notizia è stata
data durante la presentazione del restauro alla Reggia di
Venaria, dove il trono è esposto fino all'autunno 2025, in
occasione della preview della ventesima edizione di
Restituzioni, una delle più importanti iniziative del Progetto
Cultura di Intesa Sanpaolo. Il trono farà ritorno al Palazzo
Reale di Napoli nel febbraio 2026.
L'esposizione del trono a Venaria è frutto della
collaborazione tra il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude,
il Palazzo Reale di Napoli e il Centro Conservazione e Restauro
La Venaria Reale che ne ha realizzato il restauro. L'intera
operazione, resa possibile dal contributo di Intesa Sanpaolo,
costituisce un ulteriore tassello del metaforico viaggio nelle
regalità italiane intrapreso da tempo dalla stessa Reggia con
numerose mostre, convegni e pubblicazioni.
"L'esposizione temporanea del prezioso Trono di Napoli
rappresenta per noi una grande opportunità che abbiamo voluto
cogliere per perseguire il filone tematico dedicato alla storia,
all'arte e alla magnificenza delle corti, di cui la Venaria
Reale è stata esempio paradigmatico, inaugurato dalla riapertura
del complesso e proseguito negli anni. L'operazione è stata resa
possibile grazie alla stretta collaborazione del Consorzio con
il Palazzo Reale di Napoli e al contributo di Intesa Sanpaolo"
spiegano Michele Briamonte e Chiara Teolato, presidente e
direttrice del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude.
"L'attribuzione del Trono del Palazzo Reale di Napoli all'età
sabauda rappresenta una scoperta di grande rilievo
storico - commenta il direttore generale Musei Massimo Osanna -
che conferma quanto fossero importanti Napoli e il suo Palazzo
per i nuovi sovrani, a pochi anni dall'unificazione della
penisola. Oggi il Palazzo Reale è al centro di un ampio
intervento di trasformazione, reso possibile grazie ai fondi del
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che permetterà di
restituire ai visitatori un percorso museale rinnovato e
accessibile a tutti i pubblici. I nostri luoghi della cultura
non sono più soltanto spazi di conservazione e fruizione, ma si
configurano sempre più come laboratori di ricerca e
innovazione".
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