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Gemma Bovery fa sognare il panettiere Luchini

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Gemma Bovery fa sognare il panettiere Luchini

Graphic novel e Flaubert in film Anne Fontaine in sala il 29/1

ROMA, 22 gennaio 2015, 18:11

Francesco Gallo

ANSACheck

cinema - film Gemma Bovery - RIPRODUZIONE RISERVATA

cinema - film Gemma Bovery - RIPRODUZIONE RISERVATA
cinema - film Gemma Bovery - RIPRODUZIONE RISERVATA

Fabrice Luchini e' perfetto nel ruolo di inetto, ovvero di Martin, parigino bohemien che ha mollato tutte le sue ambizioni letterarie, ma non la sua fantasia, e ora fa il panettiere di qualità nella provincia francese(Normandia). Non poteva essere che lui il protagonista di 'Gemma Bovery', commedia brillante colta e amara della regista lussemburghese Anne Fontaine che ha aperto la 32/ma edizione del Torino Film Fest e ora arriva in sala con le Officine Ubu il 29 gennaio. Tutto giocato sulla singolare coincidenza dei nomi, il film racconta le disavventure sentimentali di una giovane donna, Gemma Bovery (Gemma Arterton). Per Martin panettiere esperto in letteratura romantica ottocentesca, non e' affatto un caso l'arrivo dei nuovi vicini, una coppia di inglesi che si chiamano Gemma e Charles Bovery. Colpito dall'assonanza dei nomi con quelli dei protagonisti di Madame Bovary, il panettiere comincia subito a fantasticare su quella stupenda creatura, con forti venature di tristezza, che e' Gemma. E va detto che la donna offre più di un motivo per ricordare madame Bovary e le sue inquietudini di borghese insoddisfatta. E questo fino a un sorprendente e originale finale. Gemma Bovery e' ispirato all'omonima graphic novel del 1999 di Posy Simmonds, autrice di Tamara Drewe, da cui Stephen Frears ha tratto un film nel 2010, interpretato dalla stessa Arterton. Come ha scoperto la graphic novel di Posy Simmonds? "Conoscevo Posy Simmonds per via di Tamara Drewe - Tradimenti all'inglese, - ha spiegato la regista a Torino - e il solo fatto che il libro fosse intitolato Gemma Bovery mi intrigava molto: il gioco di parole su un archetipo letterario femminile mi sembrava promettente e divertente''. La cosa più forte ha spiegato la Fontaine "è la sessualità attraverso gli occhi di Martin. Una sessualità non diretta, un erotismo non consumato. Cosi' il panettiere, non a caso, ha le sue proiezioni erotiche anche nell'impastare il pane". Il prossimo film? "Cambio genere e vado in Polonia. Quella del 1946 quando in un convento di monache sette di loro restano incinta perche' vittime di uno stupro dai soldati dell'armata russa".

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