Alessandro Comodin parla de 'I tempi felici verranno presto' come di un lavoro sulla fuga.
Ma il film, che passa alla Semaine de la Critique a Cannes, non è solo questo.
Dopo L'estate di Giacomo, Pardo d'oro cineasti del
presente a Locarno 2011, il giovane regista friulano mette in
scena un'opera onirica.
Tutto inizio con la fuga di due giovani, Arturo e Tommaso,
che scappano dalla prigione nella foresta. Fuggono a più non
posso tra gli alberi, si nutrono di funghi, mentre da lontano si
sentono gli echi di una guerra qualsiasi. Ma Arturo e Tommaso
giocano, sono e restano dei ragazzi. Ma non dura a lungo, nella
foresta i due trovano la morte e tutto si sposta nel presente.
Nel film viene evocata così ad un certo punto la favola di un
lupo innamorato di una cerva bianca la cui morte provoca in lui
un dolore immenso. Ma si racconta anche di una ragazza, Ariane,
malata, anche lei in fuga verso la natura e alla ricerca del
lupo. Tutto si confonde.
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