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Nour, Bartolo e la missione di accogliere i migranti

Nour, Bartolo e la missione di accogliere i migranti

"Proteggere persone, non confini". Castellitto gli dà il volto

TORINO, 25 novembre 2019, 09:37

Francesco Gallo

ANSACheck

Nour di Maurizio Zaccaro - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nour di Maurizio Zaccaro - RIPRODUZIONE RISERVATA
Nour di Maurizio Zaccaro - RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - "C'è un grande murales a Lampedusa su cui è scritto: 'Bisogna proteggere le persone e non i confini'. Bisogna insomma avere paura solo dei muri mentali". Così oggi al Torino Film Festival un appassionato Pietro Bartolo, storico medico dell'isola e ora parlamentare europeo eletto nelle liste del Pd, che ha salvato e accolto migliaia di migranti provenienti dal nord Africa. Motivo della sua presenza? La presentazione a Festa Mobile di Nour di Maurizio Zaccaro, film tratto da un suo libro (Lacrime di sale) e con protagonista Sergio Castellitto che veste i suoi panni.

Chi è Nour? Una ragazzina di dieci anni che viene dalla Siria e che ha affrontato da sola il viaggio verso l'Europa attraverso il Mediterraneo. Insomma una delle tante sopravvissute a un naufragio, ma con un dolore enorme dentro il cuore: sua madre, in Libia, solo alla fine non è stata imbarcata e ora Nour non sa più dove sia. Pietro Bartolo (Castellitto), medico dell'isola, se ne prende però cura in modo particolare. La porta nella sua casa, le si affeziona come a una figlia e cerca in tutti i modi di ricostruire non solo il passato della bambina, ma anche il suo presente e il suo futuro. "Mi sono chiesto come mettere in scena con il dovuto rispetto la storia di Nour - dice il regista - . Sono giunto alla conclusione che nulla, in questo film, poteva essere ricreato in modo posticcio. Nour, per essere credibile, doveva collocarsi a metà strada fra il vero vissuto. Insomma quello che Bartolo descrive nel suo libro è il vero narrato che Castellitto interpreta sullo schermo. Due modi di raccontare il vero e il verosimile in modo da rendere una storia, pur complessa che sia, vicina a tutti, anche se affonda le sue radici nella realtà più dura, scomoda e controversa che si conosca".

Il film, che sarà distribuito da Vision ed è dedicato ad Ermanno Olmi, è firmato Stemal Entertainment, Ipotesi Cinema in collaborazione con Rai Cinema, prodotto da Donatella Palermo ed Elisabetta Olmi. "È stata un'esperienza straordinaria - dice ancora Bartolo -, e sono grato a Castellitto, un grande professionista. Per quanto riguarda il mio lavoro credo, ora più che mai, che sia una missione. Proprio ieri c'è stato un altro naufragio e io credo che non ci si possa assuefare mai a queste cose, perché un naufragio dovrebbe scuotere le coscienze". E ancora il medico: "Per trent'anni il molo di Lampedusa e stata la mia prima casa. E va detto che devo molto a tutti gli immigrati che ho salvato. Mi hanno cambiato la vita. Io che scrivevo solo ricette mediche mi sono messo a un certo punto a scrivere libri, mi sono poi votato alla politica pur di poter fare qualcosa. I migranti mi hanno addirittura curato da un ictus che è come rientrato di fronte alla mia voglia di tornare in ospedale". Vera ossessione per Bartolo quella per un bambino che non è riuscito a salvare e ha trovato morto in una sacca per cadaveri: "Aveva i pantaloncini rossi, non lo scorderò mai. Era solo un bambino. Non riesco proprio a dimenticarlo, era solo un bambino".


   

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