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Krzysztof Zanussi, un film con i detenuti di Secondigliano

Krzysztof Zanussi, un film con i detenuti di Secondigliano

Scriveranno una sceneggiatura sull'affettività in carcere

NAPOLI, 15 marzo 2023, 17:32

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Fare cinema nel carcere di Secondigliano. È la nuova sfida del regista polacco Krzysztof Zanussi, 83 anni, al lavoro con lo scrittore Rocco Familiari e Marta Bifano in un laboratorio con i detenuti impegnati a riscrivere il dramma teatrale 'L'odore', per un lungometraggio con la regia di Paolo Colangeli e il contributo della Film Commission Regione Campania.
    Tutto nasce proprio dal lavoro teatrale di Familiari diretto da Zanussi con Bifano e allestito l'anno scorso all'interno dell'istituto, un dramma sul tema della separazione affettiva.
    Al laboratorio che ne è seguito partecipano anche il protagonista Blas Roca Rey con la sceneggiatrice Francesca Pedrazza Gorlero. Oltre a riscrivere il testo, traducendolo in una sceneggiatura, i detenuti eseguono anche scene salienti della storia. Il docu-film, coprodotto da Loups Garoux Produzioni, Media Mediterranea ed Arti Magiche, sarà destinato alla diffusione in scuole e università ma anche su piattaforme.
    "Il carcere di Secondigliano - spiega Marta Bifano - è una struttura circondariale modello diretta da una donna illuminata, Giulia Russo, coadiuvata nella sua attività da un'equipe di ferro. Il teatro, i laboratori che sosteniamo nei vari istituti circondariali, sono oggi strumenti decisivi per rieducare i reclusi e per restituire loro una dignità di persona".
    Al centro del dibattito c'è l'affettività negata nelle carceri italiane. Trentuno paesi europei autorizzano con varie procedure le visite affettive dei detenuti, ricorda infatti Pedrazza Gorlero. In Germania e Svezia ci sono miniappartamenti dove il detenuto è autorizzato a vivere per alcuni giorni con la famiglia. Avviene anche in Spagna. "La nostra iniziativa - spiega Colangeli - vuole farsi ambasciatrice culturale di questa importante azione civile per l'emancipazione del concetto di detenzione".
    "Ora con la guerra che si avvicina anche all'Italia dal punto di vista economico, la visione di una vita soft finisce, si ritorna a una drammaticità dell'esistenza, e questo cambierà il pubblico", dice Zanussi. "Sono molto vecchio e ho scritto molte storie e finché posso voglio continuare a lavorare per raccontare il senso profondo del dramma e del mistero delle nostre esistenze".
   

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