L'infanzia coi suoi ricordi rosa va
lasciata dove sta o si può rivivere anche con qualche ruga in
più? Dentro questa domanda c'è tutto 'Partir un jour' di Amélie
Bonnin, film d'apertura di questa 78/a edizione di Cannes. Vale
a dire una commedia drammatica, non certo troppo patinata e con
alcuni sprazzi musical, che tra i suoi record ha anche quello di
essere - novità assoluta - un'opera prima ad inaugurare il
Festival.
"È solo la terza volta dopo Diane Kurys e Maïwenn che una
regista apre Cannes - ha detto a sostegno di questa scelta
coraggiosa il delegato generale del Festival, Thierry Frémaux -.
È una commedia musicale e un film destinato a un grande
successo".
Protagonisti Juliette Armanet, cantautrice e attrice
francese, e Bastien Bouillon, premio César per la migliore
promessa maschile. Adattamento del suo cortometraggio
pluripremiato, Amélie Bonnin in questa sua opera prima mescola
nostalgia, amore e ricerca di sé.
Questa la storia del film. Armanet è Cécile, una top chef
quarantenne ormai vicina a realizzare il suo sogno che è quello
di aprire un ristorante a Parigi insieme al suo compagno Gerard
(François Rollin). Ma proprio quando è in procinto di inaugurare
il suo locale gastronomico, Cécile è costretta a cambiare i suoi
piani da una chiamata che la avvisa che suo padre ha subito un
infarto. Deve così tornare nel suo paese natale, dove tutto
scorre più lento: ecco riaffiorare quel passato che si è
lasciata alla spalle tanti anni prima. E mentre aiuta nel
ristorante i suoi genitori in difficoltà, incontra anche i
vecchi amici e soprattutto il suo amore d'infanzia, Julien
(Bouillon) che non le è affatto indifferente. Sta a lei a questo
punto scegliere: tornare al passato e scoprire cosa le riserva
il futuro?
Sprazzi di musical, ma dai ritmi lenti, in questo 'Partir un
jour' in alcuni momenti, e tra questi una divertente versione di
'Parole, parole' di Mina cantata in un vecchio camper dalla
madre di Cécile, Martine (Lorella Cravotta).
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