(di Paola Lo Mele)
Il cancro raccontato in un fumetto.
Il male tra i più temuti del nostro secolo che viene condiviso e
"testimoniato": tirato fuori dallo status di fatto privato,
fatalità, condanna o tabù per essere "divulgato, razionalizzato
e anche preso in giro". Come un personaggio qualunque delle
nostre esistenze. E' questo l'anima del "Diario a fumetti,
aperiodico, del mio tumore", un progetto di Kanjano
(all'anagrafe Giuliano Cangiano), disegnatore siciliano
trapiantato a Milano, che da vent'anni lavora nel mondo del
fumetto, dell'illustrazione e dell'animazione.
Sin dalla prima tavola, intitolata "Fuoco Amico", si coglie
il tono dissacrante dell'opera, in cui il protagonista passa in
rassegna i farmaci che, da un giorno all'altro, si trova a dover
assumere: dall'"amico cortisone" (che "oltre a mettermi
l'appetito di un facocero, mi ha spostato il fuso orario su
Tokyo") a quel "rimedio naturale" tanto "inutile" quanto
"cruento". Un avvio per fornire "una personale, parzialissima,
arbitraria panoramica dell'arsenale farmacologico che mi
accompagna da quando sono un malato di cancro, o - come mi
chiama qualche amico - un pelato a tempo determinato".
Il secondo capitolo narra della diagnosi e dell'annuncio
della malattia durante un controllo medico standard.
Nell'immaginario del fumettista si trasforma in un autotreno che
investe in pieno un pedone per poi avvertirlo: "Dammi un attimo
che ripasso in retro!". Ma la volontà di esorcizzare il male, in
realtà, non è l'unico filo conduttore del diario. Si alterna al
racconto intimo - a volte tristissimo, a volte feroce - di come
il tumore possa impattare nella vita di un uomo. Immortalato nel
primo abbraccio liberatorio con sua moglie o divorato
dall'angoscia, mentre legge alla sua bambina la favola della
buona notte, fingendo malamente una normalità che ormai non
esiste più. Poi, la condivisione della malattia con parenti ed
amici, i piani lavorativi che saltano, il giorno
dell'intervento, il rapporto dell'oncologo (soprannominato "il
giudizio universale"). E via via, verso un finale ancora tutto
da scrivere. Perché "il Diario a fumetti, aperiodico, del mio
tumore", ad oggi, è ancora un work in progress.
"Qui racconto la mia esperienza personale con il cancro -
spiega Kanjano -. Ho iniziato a lavorare al diario usandolo come
una terapia personale, per guardare da fuori ciò che mi stava
capitando e prenderne le distanze. Ma mi sono reso conto
rapidamente - grazie ai moltissimi riscontri ricevuti dai
lettori - che la sua utilità poteva essere più ampia e
condivisa. Giunto al quarto episodio, credo sempre più
fermamente che la condivisione della mia esperienza possa
offrire conforto e ispirazione e contribuire a far sentire meno
solo chi sta vivendo sulla propria pelle un simile cambio di
rotta imprevisto", prosegue il fumettista. Che, per questo, ha
messo a disposizione tutti gli episodi del suo fumetto sul web,
sui suoi canali social e non solo.
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