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'Horcynus Orca' torna dopo 50 anni in una nuova edizione

'Horcynus Orca' torna dopo 50 anni in una nuova edizione

per un nuovo giudizio si celebra romanzo di fascino non facile

ROMA, 01 marzo 2025, 13:46

Redazione ANSA

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(di Paolo Petroni) I lettori odierni degli ultimi premi Strega, di tante cronache familiari al femminile, per non parlare della moda dei gialli-noir, saranno respinti o affascinati (se avranno impegno e voglia di andare avanti) dalle 1200 pagine di Horcynus Orca di Stefano D'Arrigo, oggi riproposto nella Bur (Rizzoli - 18,00 euro) a 50 anni dalla sua uscita nel 1975, con la storica introduzione di Walter Pedullà e arricchito da fotografie e documenti inediti, uno scritto di Giorgio Vasta e la postfazione di Siriana Sgavicchia. Un romanzo in cui si intrecciano 49 episodi dal fondo visionario, la vicenda del "marinaio, nocchiero semplice della fu regia Marina 'Ndrja Ccambria" intrisa di miti classici e con una sua forza epica e poetica, forte di una lingua molto particolare, piena di ricreazioni lessicali derivate dal dialetto siciliano "sui mari dello scill'e cariddi" e costruita con una sintassi elementare e ricchissima insieme, con un gran variare di registri stilistici e molteplicità di piani narrativi.
    La Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, forte dei suoi archivi storici, propone per l'occasione presentazioni, convegni, mostre, laboratori nelle scuole, spettacoli in tutta Italia, da Udine a Taormina: una serie di iniziative che, dopo la presentazione della nuova edizione a Milano, arriverà al Teatro Antico di Taormina, durante Festival del libro Taobuk, con uno spettacolo ispirato al romanzo a cura di Davide Livermore, a 36 anni dall'adattamento firmato dallo stesso autore e con la regia di Roberto Guicciardini sempre a Taormina, per chiudere a novembre, nuovamente a Milano con una mostra dei materiali d'archivio darrighiani.
    Se vogliamo ridurre tutto alla storia, vi si narra il ritorno al suo paese, Cariddi, in alcuni giorni del tragico autunno 1943, di 'Ndrja Cambria, che percorre le coste devastate dalla guerra della Calabria e ottiene un passaggio notturno per la Sicilia da Ciccina Circé, misteriosa e ammaliante figura di "femminota". Sulla sua isola trova un mondo stravolto e degradato, quando all'apparizione dell'Horcynus Orca, mostro marino terrificante e con piaghe dal gran fetore che dà la morte, che è la Morte, il romanzo vira a un alto tono drammatico, sino alla fine dell'Orca stessa a opera dei delfini e all'avviarsi alla conclusione del viaggio di 'Ndrja, col suo simbolico avanzare nella vita e in un mondo ferito, alterato e corrotto. Difficile far capire in poche parole potenza e complicatezza dell'arte di D'Arrigo, che stupisce e coinvolge raccontando ora in maniera realistica, ora visionaria, onirica e evocativa, soggettiva e corale, talvolta in una fusione tra queste diverse ottiche, con una lingua antica e moderna assieme, in cui si intrecciano l'italiano letterario e la lingua siciliana, in un gioco di invenzioni anche lessicali per ottenere una particolare, personalissima forza espressiva.
    Tutte qualità e caratteristiche che divisero a suo tempo la critica, tra entusiasti, da Giuliano Gramigna a Geno Pampaloni con Pedullà in testa, che parlarono di capolavoro del Novecento, e chi fu molto critico, anche se con alcuni elogi, da Pietro Citati a Enzo Siciliano o Cesare Segre, il quale parlò di un libro dalla "connotatività primigenia, che alla fine rende rituale e sacro ciò che è terribile e crudele", capace di "entusiasmare un letterato puro" ma che confermerà a un lettore comune quanto "la nostra letteratura sia inguaribilmente noiosa e inattuale". Del libro, di cui allora Mondadori disse di aver vendute in breve oltre 50mila copie, era epica anche la storia, che inizia nel 1955, quando sappiamo che D'Arrigo sta scrivendo questo libro di cui via via usciranno pezzi e stesure, da 'La testa del delfino' nel 1959 a 'I giorni della fera' l'anno dopo e Mondadori lo mette sotto contratto, inseguendo il manoscritto, che sarà consegnato solo 14 anni dopo raddoppiato in lunghezza rispetto al progetto iniziale e pubblicato con un lancio storico, eccezionale, decretandone allora il successo, cui però sono seguiti decenni di oblio. "Fra i romanzi fondamentali della letteratura europea del Novecento, Horcynus Orca è forse il più misconosciuto - scrive presentandolo oggi Lydia Salerno, Responsabile editoriale Bur -. A 50 anni dalla pubblicazione, la Bur lancia un'edizione celebrativa, arricchita da documenti inediti, per portare a nuove generazioni di lettori un capolavoro paragonabile all'Ulisse di Joyce e alla Recherche di Proust".
   

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