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Il loro grido è la mia voce, versi di giovani poeti palestinesi

Il loro grido è la mia voce, versi di giovani poeti palestinesi

L'8 aprile per Fazi. Per ogni copia venduta 5 euro a Emergency

ROMA, 04 marzo 2025, 17:53

Redazione ANSA

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AA.VV., IL LORO GRIDO È LA MIA VOCE.
    POESIE DA GAZA (FAZI EDITORE, PP. 144, EURO 12) Trentadue poesie di dieci giovani poeti palestinesi, in gran parte scritte a Gaza dopo la reazione israeliana al massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre, sono state raccolte nell'antologia 'Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza', con la prefazione dello storico israeliano Ilan Pappé, che sarà in libreria l'8 aprile per Fazi editore.
    Nella tragedia della guerra, questi versi sono una testimonianza di vitale e disperata umanità contro la violenza.
    Tra gli autori del volume, che comprende due interventi firmati dalla scrittrice palestinese Susan Abulhawa e dal Premio Pulitzer Chris Hedges, ci sono: Hend Joudah, Nima Hassan, Heba Abu Nada, uccisa nell'ottobre 2023, Haidar al-Ghazali e Refaat Alareer, ucciso nel dicembre 2023.
    "Le poesie sono a volte dirette, altre volte metaforiche, estremamente concise o leggermente tortuose, ma è impossibile non cogliere il grido di protesta per la vita e la rassegnazione alla morte, inscritte in una cartografia disastrosa che Israele ha tracciato sul terreno" scrive Ilan Pappé, autore del recente bestseller Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina (Fazi). A cura di Antonio Bocchinfuso, Mario Soldaini e Leonardo Tosti, 'Il loro grido è la mia voce', con testo arabo a fronte e le traduzioni di Nabil Bey Salameh, Ginevra Bompiani ed Enrico Terrinoni, mostra la poesia come atto di resistenza. La forza delle parole come tentativo di salvezza. Le poesie sono state scritte in gran parte a Gaza, in condizioni di estrema precarietà: poco prima di essere uccisi dai bombardamenti, come ultima preghiera o testamento poetico (Abu Nada, Alareer), mentre si è costretti ad abbandonare la propria casa per fuggire (al-Ghazali), oppure da una tenda, in un campo profughi dove si muore di freddo e di bombe (Elqedra). Sottolinea Pappé nella prefazione: "Scrivere poesia durante un genocidio dimostra ancora una volta il ruolo cruciale che la poesia svolge nella resistenza e nella resilienza palestinesi. La consapevolezza con cui questi giovani poeti affrontano la possibilità di morire ogni ora eguaglia la loro umanità, che rimane intatta anche se circondati da una carneficina e una distruzione di inimmaginabile portata". Per ogni copia venduta 5 euro saranno donati a Emergency per le sue attività di assistenza sanitaria nella Striscia di Gaza.
   
   

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