MARIO SANTAMARIA, 'CUSTODE DI MIO
FRATELLO' (GIULIO PERRONE EDITORE, PP. 156, EURO 20,00)
Tutte le famiglie hanno ferite. Cosa succede quando quella
più profonda corre lungo la frontiera tra ideologie opposte?
Prevale il sangue o prevale il credo? Ruota intorno a queste
domande "Custode di mio fratello", il nuovo romanzo di Mario
Santamaria, pubblicato dal Gruppo Perrone Editore per Affiori.
Una storia ambientata a Roma nel 2020, fra quartieri bene e
periferie degradate, mentre sullo sfondo si agita la guerra
civile silente che si combatte in Italia da cento anni tra
fascisti e antifascisti. Una storia di ombre passate che tornano
a lamentarsi, di due fratelli sui fronti opposti dello
schieramento costretti dagli eventi ad affrontare insieme le
minacce del presente.
"Custode di mio fratello" racconta di Lucio e Caio, figli di
un membro in vista di Terza Posizione fuggito in Inghilterra
all'inizio degli anni Novanta. Lucio è un anestesista che regala
ai migranti organi sottratti agli italiani. Caio è un
carrozziere neofascista che organizza furti nei quartieri dei
ricchi per aiutare la periferia romana. La morte improvvisa
della madre, la mafia nigeriana e l'arrivo inaspettato di una
sorella di cui nessuno dei due sapeva niente, li costringeranno
a interrompere i ventisette anni vissuti distanti.
"Non è vero che le famiglie felici sono tutte felici allo
stesso modo mentre quelle infelici lo sono ognuna a modo suo -
ha detto Mario Santamaria all'ANSA -. In realtà, tutte le
famiglie infelici lo sono a causa dei segreti, delle rimozioni
che nascondo la colpa e il senso di inadeguatezza. Le famiglie
sono invece estremamente diverse nella spericolata varietà dei
modi che architettano per cercare di essere felici. È di questo
che parla il mio romanzo. Di uno di questi tentativi, atipico,
con mille difetti e messo a dura prova dagli eventi".
La presentazione di "Custode di mio fratello" si terrà a
Roma, domenica 16 marzo alle 18,30 al Lian Club, in Via
Nomentana 1111.
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