Nell'ultimo anno gli
emiliano-romagnoli hanno speso in media 95,9 euro al mese in
cultura, contro un dato nazionale di 86 euro: l'11,5% in più.
Soltanto il 5% degli intervistati dichiara di aver effettuato
spese in consumi culturali per un valore superiore a 400 euro. È
quanto emerge dai dati dell'Osservatorio sui consumi culturali
in Emilia-Romagna, promosso da Impresa Cultura Italia -
Confcommercio, presentati oggi in occasione dell'evento di
lancio di Impresa Cultura Ferrara. Ferrara diventa così la
quarta tappa, dopo Milano, Cremona e Valle d'Aosta, del percorso
di sviluppo territoriale di Impresa Cultura Italia -
Confcommercio, il Coordinamento nazionale nato per dare voce
unitaria in Confcommercio al settore culturale e creativo, e
realizzato in collaborazione con Swg.
Secondo l'Osservatorio, anche in Emilia-Romagna il formato
digitale per la lettura di libri fatica ad attecchire: il 78%
dei rispondenti continua a preferire come modalità di lettura
quella su supporto fisico. Aumenta la tendenza a informarsi
online e a fruire della lettura dei quotidiani nella loro
versione digitale. Per quanto riguarda il turismo emerge come il
71% dei partecipanti all'osservatorio, dedicandosi a un weekend
culturale nella propria regione o al di fuori, abbia soggiornato
almeno una notte in una struttura alberghiera privata,
incentivando dunque anche altri comparti della filiera
turistica.
Il focus di questa edizione dell'Osservatorio è costituito
dai festival, forma di evento che nell'ultimo anno ha
riscontrato l'interesse di oltre il 40% degli
emiliano-romagnoli. Il Festival della Filosofia in provincia di
Modena, il Festival di Internazionale a Ferrara e il Festival
dell'Oriente di Bologna sono stati i tre eventi più partecipati
dal campione.
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