Nato e cresciuto "sopra una stalla"
nell'entroterra marchigiano, ha dato vita nel piccolo paesino di
Rosora (Ancona) ad una delle imprese marchigiane più innovative
nell'ambito dei sistemi di misura e controllo per migliorare
qualità, sicurezza e sostenibilità di processi e prodotti. La
storia imprenditoriale di Enrico Loccioni, classe 1949,
raccontata nel libro "La terra e le idee. Enrico Loccioni e
l'impresa come bene comune" di Mario Bartocci (Desiderio
Editore, 2025). Il volume sarà presentato il 16 maggio ore 10 al
Salone del Libro di Torino, presso lo stand della Regione Marche
al Lingotto.
Loccioni fondò nel 1968, insieme alla moglie Graziella,
l'impresa specializzata in sistemi automatici di misura della
qualità dei prodotti e dei processi industriali. Con clienti in
tutto il mondo, è un polo di innovazione tecnologica e della
transizione energetica, cuore, tra l'altro, di una serie di
progetti green quali la LEAF Community, prima micro-grid
energetica in Italia dove si produce più energia pulita di
quanta se ne consumi, situata intorno allo stabilimento lungo la
valle del fiume Esino.
Il libro"racconta la storia e l'anima dell'impresa
marchigiana che da una stalla in campagna ha conquistato il
mondo. Un racconto, quasi un romanzo, che attraversa la storia
personale di Enrico Loccioni, nato e cresciuto "sopra una
stalla" nell'entroterra marchigiano, sullo sfondo della storia
del paese, dal boom economico alle sfide di oggi". L'infanzia in
campagna, in una casa in cui non c'era energia elettrica, né
acqua corrente, la scuola rurale, la voglia di riscatto,
l'arrivo dell'elettricità. Le persone che lungo la strada
l'hanno formato, sfidato, fatto crescere. La scelta di non
lavorare la terra come suo padre, ma anche di non abbandonarla
mai. L'incontro con Graziella, che diventerà sua moglie e
compagna di vita e lavoro. E poi gli ispiratori: Camillo e
Adriano Olivetti, Enrico Mattei, Robert Bosch, Francesco
Angelini, Aristide Merloni. La voglia di libertà, la "tigna" e
l'intelligenza che lo portano a rinnovarsi di continuo, a
sviluppare nel tempo un modello d'impresa basato su persone e
conoscenza: "un modello che ha attraversato le crisi locali e
globali, i cambiamenti sociali e tecnologici, con lo sguardo
fisso ad un futuro, il 2068, fatto di bellezza, benessere e
sostenibilità".
Nel raccontare la storia di Loccioni, l'autore mostra "cosa
c'è dentro un'impresa sana, che non è solo proprietà privata, ma
bene comune", valoro e pratiche quali "l'innovazione come
comportamento, l'internazionalizzazione come sfida, la
formazione continua, la sostenibilità come opportunità di fare
meglio". Ma soprattutto mostra il profondo legame con la terra,
che Enrico Loccioni continua ancora oggi a lavorare ed amare:
tra i progetti seguiti, anche quello sulla rigenerazione della
qualità del suolo , con pratiche agricole a basso impatto,
progetto che lo vede coinvolto insieme agli imprenditori
marchigiani Giovanni Fileni e Bruno Garbini. "Lasciare meglio di
come abbiamo trovato" dice Enrico Loccioni, che aggiunge: "è
meglio progettare da attori che subire da spettatori".
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