GIOVANNI BIANCONI. UN PESSIMO AFFARE.
IL DELITTO BORSELLINO E LE STRAGI DI MAFIA TRA MISTERI E DEPISTAGGI (Solferino, pp.224, 16.50 euro). Sono tante le pagine "opache" che hanno offuscato la storia del nostro Paese, lasciandolo senza verità né giustizia. Come il delitto del 19 luglio 1992 compiuto dalla mafia ai danni di Paolo Borsellino e dei 5 agenti della sua scorta, crimine al centro de "Un pessimo affare", libro di Giovanni Bianconi edito da Solferino. Misteri e testimonianze inedite, dettagli e depistaggi compongono l'accurata ricostruzione del tragico attentato che l'autore offre al lettore, nell'intento però di allargare il campo e occuparsi anche di altre stragi eclatanti. Bianconi infatti torna sugli intrighi e le coperture che avevano caratterizzato anche le indagini condotte sull'attentato al prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa e poi scava ancora nel passato, ricollegandosi alle anomalie e alle false piste emerse nella strage neofascista di Brescia nel 1974. Senza presunzione di fornire alcuna verità definitiva, ma chiedendo ancora giustizia per le vittime, l'autore solleva dubbi, fa domande e ricompone tutte le coincidenze e i tanti dettagli poco chiari di un affresco inquietante di crimini e complicità che ha segnato l'Italia negli ultimi decenni della sua storia.
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