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>>>ANSA/ Andrei Kurkov, 'la guerra finirà se scompare Putin'

>>>ANSA/ Andrei Kurkov, 'la guerra finirà se scompare Putin'

Scrittore ucraino all'apertura di Pordenonelegge

PORDENONE, 13 settembre 2023, 17:13

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Mauretta Capuano) La fine della guerra in Ucraina, l'incontro tra Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un, la zona grigia che si estende per tutta la lunghezza del fronte. Lo scrittore ucraino Andrei Kurkov, star del giorno d'inaugurazione di Pordenonelegge, la festa del libro con gli autori, dal 13 al 17 settembre a Pordenone, ci parla del suo Paese e di come ha cercato di raccontarlo.
    "L'incontro tra Putin e Kim Jong-un dimostra che alla Russia ormai non bastano più armi e munizioni e che ci sono pochi paesi che possono aiutarla: l'Iran, la Corea del nord e la Cina. Sul piano politico dimostra poi che si è formato un raggruppamento di paesi antiamericani che aiutano la Russia nella guerra in Ucraina, ma più che contro l'Ucraina per combattere gli americani" dice Kurkov alla festa del libro con Api grigie, ambientato nel Donbass, pubblicato da Keller editore nella traduzione di Rosa Mauro. Quando pensa che finirà questa guerra? "Ci sono degli analisti che prevedono che possa terminare con la fine dell'anno prossimo. Io sono convinto che la guerra finirà se Putin scomparirà o verrà ucciso e ci vorranno comunque ancora dei mesi affinché la guerra possa concludersi veramente" dice all'ANSA l'autore di Diari ucraini, Diario di un'invasione e Jimi Hendrix a Leopoli con cui è stato selezionato per l'International Booker Prize 2023. "Se Putin dovesse voler concludere la guerra sicuramente i suoi elettori lo considererebbero un traditore, non sarebbero affatto felici perché verrebbe considerata una sconfitta per la Russia. Tuttavia io credo che se la guerra non dovesse concludersi nel corso dell'anno prossimo si potrebbero iniziare dei negoziati sotto la pressione internazionale degli Stati Uniti. Una possibilità potrebbe essere quella che Putin voglia mantenere la Crimea nell'ambito della Federazione Russa e restituisca gli altri territori, però io non credo che questi negoziati siano una realistica possibilità" afferma lo scrittore. Nato nell'area di Leningrado nel 1961, Kurkov, che vive a Kiev e scrive in russo, in Diario di un'invasione ha definito il conflitto russo-ucraino, "guerra mondiale" perché "l'Ucraina è al confine tra la grande Eurasia e l'Unione Europea. In Russia i politici fanno spesso un parallelo tra l'attuale guerra in Ucraina e quello che è stata la seconda guerra mondiale. Si fa molta propaganda a questo proposito e addirittura si dice in tv che la Polonia e l'Ungheria sono pronte ad appropriarsi di pezzi di Ucraina". In Api Grigie, che si è aggiudicato vari premi tra cui il National Books Critics Circle Award come miglior traduzione, Kurkov ci porta in un villaggio del Donbass dove Sergej e Paska sono gli unici abitanti. "L'ho scritto nel 2017 dopo che avevo visitato per tre volte il Donbass. Un giorno ho incontrato un giovane che aveva lì un negozio e che si è trasferito a Kiev dove ha aperto un piccolo caffè. Mi ha raccontato che ogni mese va a visitare un piccolo paesino nel Donbass dove vivono 7 famiglie, dove non c'è niente. Una zona grigia. Questo mi ha incuriosito. Ho guardato la carta geografica e mi sono reso conto che questa zona grigia si estende per tutta la lunghezza del fronte, cioè 430 chilometri. Ci sono decine e decine di villaggi quasi vuoti, visitati da volontari" spiega lo scrittore. "Nel 2017 c'erano già 200 libri pubblicati che parlavano della guerra nel Donbass, ma si soffermavano solo sugli di eroi di guerra, nessuno sulla vita dei civili rimasti in questi paesini. Ho voluto dar voce a chi viveva nella zona grigia e aveva paura e davanti a se soltanto due scelte entrambe spaventose: o morire a casa loro o diventare profughi", racconta. In Api Grigie, in cui l'apicoltore Sergej vive seguendo il motto "non sentire niente, non vedere niente" e che doveva diventare un film interrotto dalla guerra, "ho voluto descrivere tre Ucraine: l'Ucraina libera, l'Ucraina annessa dalla Russia, cioè la Crimea, l'Ucraina occupata, cioè il Donbass che è una zona dal punto di vista psicologico difficile, diversa". Nel Donbass "prima della guerra vivevano 6 milioni e mezzo di persone, con l'inizio della guerra più della metà sono andati in Ucraina" spiega Kurkov. Ed è convinto che "dopo la guerra i russofoni in Ucraina passeranno da un attuale 40% al 20% al massimo. Le nostre librerie si rifiutano di vendere libri in russo anche se scritti da autori ucraini".
   

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