"Ho ricevuto un messaggio da Andrej
Agapov, che conosco benissimo e di cui mi fido, con scritto di
preparami per il concerto sulla Piazza Rossa di Mosca a fine
agosto o al massimo i primi di settembre. Secondo me oltre al
sottoscritto ci saranno anche altri artisti ma per primo lo ha
detto a me". Così a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora,
il cantante Al Bano Carrisi, intervistato da Giorgio Lauro e
Geppi Cucciari.
Al Bano si è espresso anche sui dazi sul vino negli Stati
Uniti che Trump vorrebbe portare al 200%. "Ho iniziato ad
imbottigliare il mio vino nel lontano 1973, producendo 50mila
bottiglie l'anno. Oggi siamo arrivati ad 1 milione e 800mila
bottiglie - dice l'artista che è anche imprenditore -. In
America l'export dei miei vini finora è andato bene, spero che
quando Trump ha parlato dei dazi non lo abbia fatto dopo aver
bevuto troppo, bisognerebbe dargli una tiratina di orecchie.
Direi che la cosa da fare sarebbe andare da lui e cantare un
qualcosa che lo riporti alla saggezza".
Con l'aumento esponenziale dei dazi la sua bottiglia più cara
arriverebbe a costare 150 euro. "Meno male che il mondo non è
fatto di sola America - ha ragionato Al Bano -, vorrà dire che
li venderò tutti in Russia, che devo fare. Secondo me però il
presidente fa ancora in tempo a cambiare idea, anche perché
quest'idea mi sembra di un'assurdità unica".
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