I figli di Leonard Bernstein si
sono rifiutati di negare al Kennedy Center il permesso di tenere
in programma la musica del padre come chiesto da molti dopo che
il presidente Donald Trump ha messo le mani sull'importante
centro culturale di Washington. "Lui avrebbe voluto che la sua
musica fosse ascoltata", hanno scritto in un op-ed sul New York
Times Nina, Alexander e Jamie Bernstein.
"Molti artisti hanno tagliato i ponti per protesta. Molti
amici ce l'hanno chiesto e noi ci siamo interrogati su cosa
avrebbe voluto lui. In cuore nostro conoscevamo gia' la
risposta", hanno scritto gli eredi del direttore d'orchestra e
compositore noto, oltre che per opere come West Side Story e
Chichister Psalms, per le convinzioni politiche progressiste e
l'impegno a sinistra, specialmente durante gli anni '60 e '70.
Due canzoni di Bernstein resteranno dunque nel programma di
un gala domani al Kennedy Center per raccogliere fondi a favor
della Washington National Opera: la prima e' il quintetto
Tonight da West Side Story e la seconda Make Our Garden Grow, il
finale dall'operetta Candide, in cui i personaggi, dopo aver
attraversato una sequenza di disgrazie, i personaggi esprimono
aspirazioni più umili come cuocere il pane, coltivare la terra e
prendersi cura gli uni degli altri.
"Le frasi melodiche ascensionali dell'opera suggeriscono che
l'umanità ha la capacità di migliorarsi, di fiorire in
un'armonia sia letterale che simbolica", scrivono i figli del
musicista, e aggiungono che "in un periodo in cui molti di noi
si sentono colpiti e feriti dagli incessanti attacchi del
presidente Trump ai diritti civili e alla stessa Costituzione,
possiamo trovare conforto nella musica di nostro padre. Le sue
note evocano il coraggio di essere noi stessi, di esprimerci — e
di essere ciò che gli americani hanno sempre aspirato a essere:
liberi".
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