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Alla Scala con Bolle in scena tre declinazioni del contemporaneo

Alla Scala con Bolle in scena tre declinazioni del contemporaneo

Dedica a Antonella Luongo, ballerina morta nei giorni scorsi

MILANO, 01 marzo 2025, 14:07

Redazione ANSA

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Il teatro alla Scala ha portato il 28 febbraio in scena tre declinazioni del balletto contemporaneo in una serata iniziata con un momento emozionante. Quando il sipario si è alzato, infatti, il pubblico si è visto davanti l'intero corpo di ballo. Davanti a loro il sovrintendente Fortunato Ortombina ha spiegato che nei giorni scorsi è morta Antonella Luongo, prima studentessa dell'Accademia e poi ballerina e solista scaligera e ha chiesto per lei un minuto di silenzio (a tratti interrotto da singhiozzi) e un applauso.
    "Il corpo di ballo questa sera danzerà senza di lei ma con lei" ha detto al pubblico chiedendo di sostenere i danzatori che "balleranno con una grande tensione emotiva". Tre le coreografie proposte, realizzate da coreografi diversi in momenti diversi.
    Ad aprire le danze è stato Philippe Kratz con la sua Solitude Sometimes, balletto per 14 danzatori che ha realizzato proprio per la Scala su richiesta di Manuel Legris (ieri al suo ultimo giorno come direttore del corpo di ballo) nel 2023. Ispirato al Libro dell'Amduat, testo dell'antico Egitto, racconta temi come la lotta fra vita e morte, lo scorrere del tempo, attraverso il viaggio di Ra dalla discesa agli inferi al ritorno alla luce, con movimenti fluidi dei corpi in uno scorrere collettivo sempre da destra a sinistra e la musica elettronica di Thom York e Radiohead.
    Risale al 1995 Annonciation del franco albanese Angelin Preljocaj, potente duetto fra l'Angelo (Virna Toppi) e Marie (Benedetta Montefiore) che da vent'anni mancava alla Scala e ancora mostra la sua originalità. È invece una prima assoluta Carmen di Patrick De Bana, che narra la storia dell'omonima opera di Bizet (su musiche che la riecheggiano di Rodion Scendrin e El Pele y Vincente Amigo. Una coreografia più narrativa con oltre 20 ballerini in scena, oltre a solisti, primi ballerini e le due étoile Nicoletta Manni nei panni della protagonista e Roberto Bolle in don Josè, che innamorato e geloso finisce per ucciderla. Una danza che, come ha premesso lo stesso De Bana, non rompe con il classico ma vuole rielaborarlo.
    Applausi per tutti, da menzionare la Morte e il Toro (Edoardo Caporaletti e Andrea Crescenzi) e la Michela di Maria Celeste Losa.
   

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