Ci sono Greta Pesce, studentessa italiana in Cina, la famiglia Santonicola bloccata in Brasile, Sibilla, Diana, Giulia e Francesco Nozzoli, divisi dalla pandemia tra Trento e Roma, Carlotta Zanlari e Fabio Caccin che sono nell'equipaggio della Sea Shepherd e Margherita Carlini che lavora allo sportello antiviolenza di Recanati. Sono alcuni dei protagonisti di Aria, una docuserie che promette di commuoverci nel racconto del tempo sospeso della pandemia.
Nell'arco di quattro mesi sono state seguite le storie di alcuni italiani, sparsi in varie parti d'Italia e del mondo - dalla Cina al Kenya, dal Brasile alla Francia - persone che si raccontano dal loro punto di vista, grazie a smartphone, videocamere, mezzi di ripresa improvvisati. Donne e uomini comuni, ma speciali, ciascuno a modo suo, individuati dagli autori per la loro unicità. Il racconto di queste testimonianze, tutte storie vere a comporre un romanzo a più voci che ancora non conosce epilogo, è a cura di Andrea Porporati, Costanza Quatriglio, Daniele Vicari (con Chiara Campara, Francesco Di Nuzzo, Flavia Montini, Pietro Porporati, Greta Scicchitano).
Disponibile dal 29 dicembre su RaiPlay, Aria, prodotta da Minollo Film, è la prima docu-serie sugli italiani dentro e oltre il lockdown, articolata in 6 puntate da 25 minuti. Divisi dal distanziamento sociale imposto dall'epidemia, ma uniti attraverso una tensione collettiva, questi "testimoni" esprimono una resilienza spontanea dello spirito e del cuore, che gli permette di narrare le loro vite. Al momento dell'esplosione della prima ondata dell'epidemia da Coronavirus si trovano in diverse parti del mondo, la loro capacità di reagire, le speranze, le difficoltà sono diverse ma idealmente comuni a tutti noi, nel segno dell'umanità e della non rassegnazione che sono caratteristiche (ri-)scoperte in questa crisi straordinaria.
La selezione di questi "testimoni dell'anno 2020" è avvenuta durante le prime settimane del lockdown in Italia, nel mese di marzo, ad opera degli autori. Da aprile sono iniziate le riprese, auto-eseguite dai testimoni, in condivisione e costante contatto con il gruppo di lavoro di Aria. Sono proseguite fino a metà luglio in Italia, attraverso le cosiddette Fasi uno e due e nel resto del mondo secondo le differenti ondate della pandemia nei continenti extraeuropei. I proventi della docu-serie saranno devoluti all'Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani.
"Quando per la prima volta Daniele Vicari ci ha fatto vedere la docu-serie Aria, ci siamo commossi perché Aria è la storia di tutti noi - dichiara Elena Capparelli, direttore di RaiPlay -. È il desiderio di luce, sole, libertà, che si deve misurare con la pandemia, il dolore, la perdita, la solitudine. Ma è anche l'Aria che ritroveremo, che ci attende alla fine di questo lungo viaggio nell'emergenza. Per questo abbiamo voluto regalare al pubblico di RaiPlay le storie piene di speranza che i protagonisti di Aria hanno filmato durante i mesi del lockdown".
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