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Enrico Brignano torna in tv con Un'ora sola vi vorrei

Enrico Brignano torna in tv con Un'ora sola vi vorrei

28/12 su Rai2, ospiti Zampaglione-De Martino, Capodanno a teatro

ROMA, 26 dicembre 2021, 19:10

(Di Daniela Giammusso)

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Solo cinque anni fa ero padrone del mio tempo. Addirittura, avevo del tempo libero. Oggi non so nemmeno cosa significhi. So solo che sono due parole: tempo e libero. Ma va bene così: ho due bambini piccoli che sono un regalo del cielo". Papà innamorato, comico navigato, basta dare il "la" a Enrico Brignano perché anche un'intervista diventi un saliscendi di risate e tenerezze paterne. I suoi due bimbi, Martina e Niccolò (4 anni e 5 mesi), avuti dalla compagna Flora Canto, saranno inevitabilmente tra i temi di "Un'ora sola vi vorrei", il suo one man show prodotto da Itv Movie, che torna per la quarta stagione su Rai2, da martedì 28 dicembre in prima serata per cinque settimane, più uno speciale per San Valentino.
Un concentrato di risate lungo 60 minuti, tra racconti, satira di costume, ballo e musica con la resident band del Maestro Andrea Perrozzi. Sessanta minuti di show in cui si affacceranno ospiti, a partire, nella prima puntata, da Federico Zampaglione e Stefano De Martino. E poi i personaggi di Alessandro Betti e Marta Zoboli e un occhio all'attualità. "Anche se - racconta Brignano all'ANSA - oggi non fai a tempo a scrivere un monologo sull'Omicron che la variante è già mutata. E poi ci sono nuovi tabù, come i vaccini. Ho visto parenti e vicini trasformarsi in insospettabili Robin Hood o Bestie di Satana su questo argomento". Proprio da lì si partirà il 28, avanti e indietro nel tempo, tornando al 1973, anno in cui l'accoglienza per il vaccino contro il vaiolo fu un po' diversa rispetto al vaccino contro il Covid-19. Ma si saluterà anche il 2021, anno di San Giuseppe, simbolo della paternità.
"Arrivare alla quarta stagione? E' sorprendente - prosegue lui - Non so quale sia la ricetta vincente. Gli ingredienti sono quelli del varietà all'antica, dai balletti al monologo finale.
Proviamo e scriviamo tutto. Ma rivoluzionario è che duri solo un'ora. Ed è divertente quando sui social vedo reinterpretate alcune scene, soprattutto quella del letto tra e me Flora". Un momento ormai cult e anche un omaggio. "Non è tantissimo che abbiamo perso la coppia più simpatica della televisione italiana: Sandra Mondaini e Raimondo Vianello - spiega Brignano - La nostra è una citazione voluta, per parlare di famiglia, delle sue contraddizioni e comicità". Già, perché i figli, inevitabilmente, cambiano la vita ma anche l'affollamento della camera da letto.
"Quando li guardo - prosegue l'attore - rivedo tutti quelli che ho perduto nell'arco della mia vita. Per me sono una nuova ispirazione: quando ho cominciato la mia carriera parlavo della mia famiglia, di tutti quelli che adesso non ci sono più. Oggi torno a parlarne ma in relazione ai pannolini, al latte antireflusso, alle favole inventate senza sapere dove andrai a parare, al seggiolino per l'auto da montare in 30 secondi con una mano sola. O a quelle sette ore che hai perso in fila per comprare a tuo figlio di 5 mesi proprio quel giochino adatto alla sua età e invece a lui interessa solo la coccarda del pacco. Oggi - dice - quando sono in tournée, ho ripreso a tornare a casa di corsa, guidando magari 3-400 chilometri di notte. Lo facevo quando ero ragazzo, per non pagare un albergo in giro. Oggi lo faccio per il piacere di risvegliarmi tra i due piccoli. In qualche modo i figli mi hanno fatto tornare giovane".
L'ultimo dell'anno Brignano lo festeggerà in scena, all'Auditorium della Conciliazione di Roma con "Fatto trenta… facciamo 31". E per il 2022, cosa si augura? "Dopo il virus, il primo male da sconfiggere è la diffidenza, il senso di tensione e paura che ci attanaglia - risponde - Sembra di vivere in quelle storie della Francia del 1700 o della Stasi, dove tutti sono guardinghi con il vicino, se si è disinfettato, se si è vaccinato, quante dosi ha fatto. Tornare a teatro è stato bellissimo, anche se all'inizio, con la capienza ridotta al 50% e due spettacoli al giorno era faticosissimo. Ma pur di tenere aperti i teatri, pur di convincere il pubblico a venire ed essere sicuri che la sala non sia focolaio di infezioni, io sono favorevole anche al tampone per tutti all'ingresso. Pensate che dono passare una bella serata insieme, liberi da virus e paure".
   

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